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CHIESA: Mani tese, non mani in tasca!

Domenica 15 novembre è la Giornata dei Poveri

CHIESA: Mani tese, non mani in tasca!

La pandemia è ritornata impetuosa riacutizzando l’emergenza sociale. È questo il momento in cui più c’è bisogno di solidarietà, nelle sue varie manifestazioni: dalla borsa alimentare alla vicinanza umana a quanti sono soli e magari impauriti per quanto sta accadendo. Ma anche il volontariato di Caritas, San Vincenzo, parrocchie, scout... deve fare i conti con le norme di prevenzione del contagio e riorganizzare le proprie modalità di azione. È in questo complicato momento che cade, quest’anno, la Giornata mondiale dei poveri, che si celebra questa domenica, 15 novembre. Una Giornata per ricordarci, una volta di più, che “non possiamo sentirci “a posto” quando un membro della famiglia umana è relegato nelle retrovie e diventa un’ombra – scrive papa Francesco nel suo messaggio, aggiungendo subito –: il grido silenzioso dei tanti poveri deve trovare il popolo di Dio in prima linea, sempre e dovunque, per dare loro voce, per difenderli e solidarizzare con essi davanti a tanta ipocrisia e tante promesse disattese, e per invitarli a partecipare alla vita della comunità».

È quanto fanno, ad esempio, i volontari della San Vincenzo, con non poche difficoltà. «Purtroppo l’età media dei nostri soci è elevata – racconta la presidente diocesana Elvira Bova –: i più giovani hanno intorno ai sessant’anni, ma nonostante i rischi legati alla pandemia, in tanti continuano a spendersi nella distribuzione delle borse alimentari, l’unica attività che possiamo portare avanti in questo momento». È un servizio che dà sollievo a tante famiglie: solo a Oderzo sono 120 e altrettante a Vittorio Veneto. «Numeri in aumento – certifica Bova –, soprattutto per la crescita delle donne sole in difficoltà». Fortunatamente il Banco alimentare ha quasi raddoppiato le proprie forniture, ma anche dai privati arrivano risposte generose, ad esempio attraverso i carrelli che si trovano alle casse di alcuni supermercati.

Bova racconta che «le persone che incontriamo hanno spesso un volto triste per le condizioni di precarietà in cui vivono». “Tenere lo sguardo rivolto al povero è difficile – dice il Papa nel messaggio –, ma quanto mai necessario per imprimere alla nostra vita personale e sociale la giusta direzione. Non si tratta di spendere tante parole, ma piuttosto di impegnare concretamente la vita, mossi dalla carità divina... Sempre l’incontro con una persona in condizione di povertà ci provoca e ci interroga”. Ci interroga innanzitutto sulla nostra fede: «Se persone di 85, 86, 87 anni continuano, nonostante i rischi, a mettersi al servizio di chi sta peggio, è perché hanno una bella fede» afferma Bova. Ma non dovrebbero essere soli, i volontari: “La comunità cristiana è chiamata a coinvolgersi in questa esperienza di condivisione, nella consapevolezza che non le è lecito delegarla ad altri”, afferma ancora il Papa. Quindi è rivolto a tutti, ma proprio a tutti i credenti lo slogan di questa Giornata 2020: “Tendi la tua mano al povero”. FC

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