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ESPERIENZE: con le mani sporche “Tendi la tua mano al povero”

Un operatore di strada racconta

ESPERIENZE: con le mani sporche “Tendi la tua mano al povero”

Tra le testimonianze inserite nel sussidio della Caritas diocesana di Vittorio Veneto per la Giornata mondiale dei Poveri (15 novembre scorso) vi è quella di Fabio Tesser, operatore di strada. La proponiamo.

Con le mani sporche “Tendi la tua mano al povero”. Molti degli uomini e donne che hanno impegnato la loro vita nel servire il povero, l’ultimo, il fragile, coloro che hanno messo al centro della loro vita la donna e l’uomo che incontravano nel quotidiano, quelli che erano schierati dalla parte dei giovani, hanno usato parole simili e le loro mani erano al centro del messaggio. L’imperativo che ci viene da questi Padri: Milani, Mazzolari, Di Liegro, Bello e molti altri anche oggi, è quello di fare le cose insieme, di buttarci nelle mischia, di allontanare da noi la carità per delega e ancora di più quella che ci fa sentire più buoni. Le loro parole ci hanno sempre spinto a fare questo: sporcarci le mani, non tenerle in tasca. Sporcarci le mani per modellare. E l’immagine è quella del vasaio che si sporca le mani per creare qualcosa di bello e del contadino che le immerge nella terra per renderla pronta ad accogliere le sementi. L’amore è questo: creare una cosa buona, diversa, migliore. Ci parlano di mani che tessono relazioni, strumento di scambio di “gioie e di dolori condivisi, ci ricordano che non esistono separazioni e divisioni. Non esiste il benefattore e il bisognoso di aiuto. Esistono solo fraternità, cura e l’affetto reciproci.” (d. Roberto Malgesini). Da 30 anni sto provando a vivere questo onore: poter stare a fianco dei fragili, sostenere e accompagnare chi viene messo ai limiti della nostra comunità o addirittura reso invisibile. Non solo i Senza Dimora, ma anche chi vive l’esperienza del carcere, le famiglie che faticano a riconoscersi, i ragazzi che ci chiedono ascolto… Siamo chiamati a diventare collaboratori della Tenerezza di Dio. Un dio che ci parla attraverso l’incontro con persone che ci invitano ad osservare, udire, comprendere la sofferenza che portano e operare per liberarle dal dolore o perlomeno accompagnarle lungo la strada. “Guardate le mie mani” e poi, senza che nessuno glielo chieda, dice: “Toccatemi e guardate; uno spirito non ha carne e ossa”: Gesù ci ribadisce che la sua realtà è la stessa del mondo. Egli è un Dio che si fa riconoscere solo attraverso il contatto dei corpi. Una carezza che ci Cambia/Converte. Alla fine ci renderemo conto che anche noi siamo fragili e poveri, spesso stanchi, bisognosi di essere sostenuti, di qualcuno che ci tenda la mano. Sempre l’incontro ci cambia, ancora di più quello con le persone che sono state messe in disparte, loro pretendono da noi la chiarezza dei nostri intenti. Con-dividere quello che siamo, prima di quello che possediamo, con l’altro, ci salverà, rifiutarlo ci farà inaridire come un campo dimenticato dalle mani del contadino, creparci come un vaso che le mani dell’artigiano non hanno saputo modellare, per rimanere pulite!

Fabio Tesser Treviso Operatore di strada ed educatore della cooperativa La Esse, società cooperativa sociale frutto dell’unione delle cooperative sociali “Servire” e “Il Sestante” presenti entrambe nel territorio veneto dal 1989. Mediante l’accompagnamento educativo sviluppa percorsi di vita autonoma o comunitaria a seconda dei bisogni, delle risorse e delle potenzialità della persona

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