Il giornale del 18 giugno

«Una volta c’erano i campi di sterminio, oggi si sterminano i campi». Così affermava alcuni anni fa il grande poeta pievigino Andrea Zanzotto riguardo all’enorme spreco suolo agricolo a cui si è assistito negli ultimi decenni in ampie porzioni della pianura veneta. Nei giorno scorsi il Consiglio regionale del Veneto ha approvato la Legge quadro in materia urbanistica per il “contenimento del consumo di suolo”. È una legge che si propone di arginare e ridurre l’ulteriore utilizzo di suolo, con l’ambizioso obiettivo di arrivare, nel 2050, ad azzerarlo del tutto. Dal dibattito tra le forze politiche emergono visioni diverse ed alcuni aspetti contradditori. Tuttavia, ancor prima di misurare gli effetti che potrà sortire la nuova norma, l’impressione è che arrivi troppo tardi, quando i buoi sono già scappati. Nella corsa allo sviluppo economico- produttivo, un po’ tutti per anni si sono lasciati prendere la mano, senza che chi aveva responsabilità politico-amministrative riuscisse a imporre una pianificazione urbanistica degna di un tal nome. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, con danni all’agricoltura, alla vivibilità nei piccoli e grandi centri abitati, all’ambiente e al paesaggio, alle stesse realtà produttive. Per la società e l’economia venete occorre ben più di una serie di articoli di legge per invertire davvero la tendenza e restituire dignità al nostro territorio.

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