Il giornale del 2 ottobre. Edizione digitale

Quella dell’alternanza scuola-lavoro (ASL) è una delle principali novità introdotte dalla legge 107/2015 sulla “Buona Scuola” come elemento strutturale dei percorsi formativi delle scuole superiori: per gli studenti dell’ultimo triennio è previsto un monte ore obbligatorio – 200 ore per i licei, 400 per gli istituti tecnici e professionali – di “lavoro sul campo” in aziende; enti pubblici e privati, inclusi terzo settore, diocesi e parrocchie; musei e istituzioni per la tutela del patrimonio artistico o ambientale; enti di promozione sportiva. L’attuazione è iniziata nell’anno scolastico 2015-2016, con circa 720 mila studenti coinvolti. Andrà a regime nel 2017- 2018, con il coinvolgimento complessivo di circa un milione e mezzo di studenti. L’avvio di questa attività sta rappresentando un impegno e una Q sfida notevoli sia per il mondo della scuola che per il mondo del lavoro. Il raccordo tra questi due mondi non è automatico, anche se tante esperienze già sono state fatte, specialmente dagli istituti tecnici e dalle scuole professionali. Gli insegnanti sono chiamati a rimettersi in gioco per collegare ciò che viene insegnato a scuola con le realtà esterne “scoperte” con l’alternanza scuola-lavoro. Le aziende sono chiamate a non considerare i giovani un “intralcio” alle loro attività. La scommessa è quella di rendere proficua questa esperienza e fare in modo che il tempo trascorso dagli studenti nelle aziende non si riveli una perdita di tempo o una noiosa, inutile vacanza, ma anzi un modo per invogliarli ad interessarsi al mondo del lavoro e alle realtà esterne alla scuola, che potranno rappresentare il loro ambito di impegno domani.

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