Il giornale del 22 maggio. Edizione digitale

A casa nostra, nel luogo di lavoro, nella vita di ogni giorno siamo accompagnati dalla presenza, ormai sistematica e irrinunciabile, di una serie fitta di apparecchi elettrici ed elettronici che rendono più facili tante azioni, tanti contatti. Si tratta di oggetti e strumenti sempre più sofisticati, che hanno una durata ridotta, perché quando si rompono è costoso e complesso ripararli e perché giungono sistematicamente nel mercato versioni aggiornate, più efficienti e versatili. Così il vecchio cellulare, il computer, il televisore, il frigorifero o il piccolo forno a microonde, quando si decide di farne a meno, diventano improvvisamente un ingombro, un rifiuto. Ma non è un rifiuto che si può buttare nel bidone del “secco”. Gli apparecchi elettrici ed elettronici diventano Raee, cioè rifiuti da trattare con attenzione poiché costituiscono un enorme problema per l’ambiente. Essi contengono sostanze tossiche e non biodegradabili che richiedono trattamenti particolari, in quanto composti da un insieme di materiali di vario genere che li rendono inadatti sia alle discariche che ai termovalorizzatori.

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