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Il giornale del 29 marzo. Edizione digitale

Cento milioni di cristiani in pericolo

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"Gesù, mio Signore" sono state le ultime parole di alcuni dei ventuno cristiani egiziani che sono stati uccisi dai terroristi dell’Isis verso la metà del mese scorso. Lo si evince dal labiale del filmato che ne ha ripreso – con artata crudeltà – la decapitazione. Il loro patriarca, il copto ortodosso Tawadros, li ha già proclamati martiri ed ha fissato al 15 febbraio la loro memoria liturgica. Per loro e per le loro famiglie il 17 febbraio scorso papa Francesco ha celebrato una messa a Santa Marta: «Offriamo questa messa per i nostri ventuno fratelli copti, sgozzati per il solo motivo di essere cristiani». All’indomani della strage, rivolgendosi ai rappresentanti della Chiesa riformata di Scozia, Bergoglio ha detto: «Il sangue dei nostri fratelli cristiani è una testimonianza che grida. Siano cattolici, ortodossi, copti, luterani non importa: sono cristiani! E il sangue è lo stesso. Il sangue testimonia Cristo. Ricordando questi fratelli che sono morti per il solo fatto di testimoniare Cristo, chiedo di incoraggiarci l’uno con l’altro. I martiri sono di tutti i cristiani ».

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