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Il giornale del 7 gennaio

Dopo Caporetto l'anno della fame.

Il giornale del 7 gennaio

Se l’entrata in guerra dell’Italia era avvenuta il 24 maggio del 1915, con tanti giovani arruolati per combattere, per il nostro territorio la svolta più drammatica e dolorosa ci fu dopo la ritirata di Caporetto, nel novembre 1917, quando il fronte si spostò lungo il Piave e la guerra entrò, letteralmente, nelle case e nei campi dei nostri nonni e bisnonni. Nel celebrare il centenario della Grande Guerra, nel 2018, va ricordato e compreso tutto quel che rappresentò quell’ultimo anno del conflitto, che provocò lutti, distruzioni e saccheggi, nonché uno stravolgimento di questo territorio e un impoverimento delle popolazioni tali che nulla fu come prima. In tanti modi in quell’anno questa nostra terra pagò un caro prezzo. Ed ancor oggi, ad un secolo di distanza, nei luoghi dove si combatté si ritrovano resti di quella guerra. Nel corso del 2018, quindi, va prima d’altro festeggiato l’anniversario della fine della Grande Guerra, con l’armistizio del 4 novembre 1918 che poneva fine alla sequenza infinita di morti e distruzioni. In una sua lettera ai capi dei popoli belligeranti del 1° agosto 1917 papa Benedetto XV definì quella guerra “inutile strage” e “vero e proprio suicidio” dell’Europa civile, rimanendo purtroppo inascoltato. Cosicché non ci fu pace se non alla fine dell’anno dopo.

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