"Pér spada" da salvare!

Il “pér spada” (la cultivar di pero Curato) era un’antica varietà diffusa a Venezia (in particolare nell’entroterra di S. Stino di Livenza e Torre di Mosto) e a Treviso (Agro Opitergino, colli di Conegliano, Ceneda, ecc.) ed è oggi un pero da recuperare, se non da salvare dopo il massiccio abbandono delle nostre campagne negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso.

Il “pér spada” veniva di solito piantato nel cortile davanti alla casa colonica, dove oltre all’ombra d’estate, offriva poi della frutta abbondante e a buon mercato (costo “zero”) a tutta la famiglia, che addirittura spesso l’essiccava sui graticci di cannuccia posti in pieno sole, una volta che la pera era stata tagliata in grosse fette (per il lungo). Questa frutta così essiccata era poi consumata dai piccoli di casa come “dolci” di San Nicolò e della Befana, ma i grandi l’adoperavano per preparare soprattutto un eccellente vino bollito (a base di vino rosso, con zucchero, cannella e “pér spada” secco), che era di conforto nei giorni più freddi e nebbiosi dell’anno.

Il frutto, che pesa al massimo 2 etti e mezzo, è di forma piriforme, allungata, irregolare, molto panciuto verso il calice e più sviluppato da una parte. A maturità il colore di fondo della pera è giallo-verde, mentre la parte soleggiata è rosata. La polpa è bianca, tenera, fondente, zuccherina, profumata, aromatica e “moscata” (sapore di vino moscato!), ma se è troppo matura diventa sgradevole. Il “pér spada” prospera laddove cresce in salute e qualità la vite. È pianta di elevato vigore, di portamento semi-aperto ed irregolare, a chioma scompigliata. Le pere di questa varietà d’origine francese venivano raccolte alla fine di settembre.

Mario Sanson