Attualità
stampa

VESCOVO: "Gesù non vuole chiuderci in un rapporto esclusivo con lui, ma immediatamente ci rinvia ad amare i fratelli"

L'omelia della messa in coena Domini

VESCOVO: "Gesù non vuole chiuderci in un rapporto esclusivo con lui, ma immediatamente ci rinvia ad amare i fratelli"

Questa sera il vescovo Corrado ha presieduto in cattedrale la messa in coena Domini. Ecco l'omelia.

"Avendo amato i suoi che erano nel mondo lì amò sino alla fine.

E’ con queste parole che l’evangelista Giovanni introduce i cinque capitoli dedicati all’ultima cena di Gesù. Essi si aprono con questo episodio strano e straordinario che è la lavanda dei piedi.

Come ben sappiamo San Giovanni non racconta l’istituzione dell’eucaristia. Di questo pane che Gesù dona ai suoi discepoli consegnando loro il suo corpo, anzi addirittura la sua carne, Giovanni ne aveva parlato al capitolo sesto, il grande capitolo del pane di vita.

Durante l’ultima cena, pur dedicandovi ben cinque interi capitoli, Gesù non parla più dell’istituzione dell’eucaristia ma ne rappresenta e ne descrive il senso profondo: e lo fa proprio con questo racconto della lavanda dei piedi.

Avendo amato i suoi che erano nel mondo li amo sino alla fine.

Gesù attua queste parole donando loro il suo corpo e il suo sangue, in segno della comunione unica e straordinaria che intende stabilire con i suoi discepoli, ma anche come segno e attuazione della nuova ed eterna alleanza promessa dai profeti: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue”.

Tutto questo ci viene raccontato, come abbiamo appena sentito, da San Paolo il quale dice di trasmettere ciò che a sua volta aveva ricevuto.

Gesù ama i suoi fino alla fine quindi anzitutto distribuendo ai suoi discepoli il pane e il vino della cena che diventano segno e realtà nel suo corpo e nel suo sangue donati. Quel corpo e quel sangue che egli avrebbe consegnato al Padre e i fratelli il giorno successivo appeso sulla croce.

Ma il significato di questo corpo e sangue donati nei segni del pane e del vino è quello di un amore che si china a servire, che si dedica totalmente a prendersi cura del fratello:

Se dunque io, il Signore e il maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio infatti perché anche voi facciate come io ho fatto a voi.

Nessuno può rimanere indifferente davanti a questo duplice e impressionante gesto di amore che Gesù compie.

Due gesti - quello del pane e del vino consegnati in dono e quello della lavanda dei piedi -due gesti che però si fondono in un unico significato: un amore di comunione fino alla fine: “Avendo amato i suoi li amò sino alla fine”. Sino al punto di donare se stesso incondizionatamente.

Che questo gesto sia bello e straordinario, siamo tutti d’accordo. Ma nello stesso tempo ricordiamoci che è un gesto che non sempre è facile accettare. La reazione di Pietro è significativa: Non voglio essere amato fino a questo punto, perché mi rendo conto che si apre un debito che io devo onorare… e non sempre avrò voglia di farlo…

Di fronte ad un amore così grande noi non possiamo semplicemente ricevere passivamente. Ci sentiamo, tanto poco, in debito…. impegnati cioè a onorare, a corrispondere un dono così grande.

E quello che è più significativo è che Gesù non intende che noi ricambiamo esclusivamente verso di lui questo dono di amore. Non vuole chiuderci in un rapporto esclusivo con lui, ma immediatamente ci rinvia ad amare i fratelli: Questo è il mio comandamento che vi amiate tra voi come io vi ho amato.

Non dice “che mi amiate come io vi ho amato”. Ma “che vi amiate tra voi”.

Per certi aspetti potrebbe essere più facile se Gesù ci dicesse “che amiate me”.

Invece vuole che questo amore che egli ci dona noi lo doniamo ai fratelli… a tutti fratelli. Specialmente quelli più bisognosi.

Ed è questo che a volte ci riesce molto difficile… Addirittura a volte sembra che sia impossibile…

È per questo che noi abbiamo bisogno di nutrirci di Gesù, di stabilire con lui una comunione vitale, totale: per essere capaci di uscire da noi stessi per amare i fratelli.

Se ci pensiamo proprio questa è la croce che noi siamo chiamati a portare al seguito di Gesù. Certo è “croce” anche il dover fare i conti con le fatiche, le prove, le tribolazioni della nostra vita…  della nostra salute… del nostro lavoro… ma la “croce” più dura è soprattutto vivere le relazioni nel modo con cui Gesù le ha vissute. Cioè uscendo da noi stessi… donandosi giorno dopo giorno, perdonando, servendo, lavando cioè i piedi ai nostri fratelli.

Signore grazie per il dono che ci hai fatto.

Signore aiutaci, con la forza del tuo Spirito a mettere in pratica quell’indicazione così precisa che ci hai dato: “Vi ho dato un esempio perché anche voi facciate come ho fatto io”.

Sostienici e aiuta la nostra povera e fragile volontà a corrispondere a quanto tu ci hai donato e ci hai mostrato con il tuo esempio".

VESCOVO: "Gesù non vuole chiuderci in un rapporto esclusivo con lui, ma immediatamente ci rinvia ad amare i fratelli"
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento