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"La Buona Notizia non è soltanto una parola ma una testimonianza di amore gratuito e fedele"

Durante la benedizione "Urbi et Orbi", papa Francesco prega per la Siria e per altri paesi segnati da conflitti armati

"La Buona Notizia non è soltanto una parola ma una testimonianza di amore gratuito e fedele"

L’annuncio della Resurrezione che l’angelo fa alle donne (cfr. Mt 28,5-6), oltre ad essere “il culmine del Vangelo”, è “la Buona Notizia per eccellenza”. Lo ha detto papa Francesco, affacciandosi a mezzogiorno dalla loggia di San Pietro, per la benedizione Urbi et Orbi di Pasqua.

L’avvenimento della Resurrezione “è alla base della nostra fede e della nostra speranza: se Cristo non fosse risorto, il Cristianesimo perderebbe il suo valore; tutta la missione della Chiesa esaurirebbe la sua spinta, perché è da lì che è partita e che sempre riparte”, ha aggiunto il Santo Padre.

Nel mondo i cristiani portano il seguente messaggio: “Gesù, l’Amore incarnato, è morto sulla croce per i nostri peccati, ma Dio Padre lo ha risuscitato e lo ha fatto Signore della vita e della morte – ha sottolineato il Pontefice -. In Gesù, l’Amore ha vinto sull’odio, la misericordia sul peccato, il bene sul male, la verità sulla menzogna, la vita sulla morte. Per questo noi diciamo a tutti: Venite e vedete!”.

In ogni situazione segnata da “fragilità, dal peccato e dalla morte”, la Buona Notizia, ha proseguito il Papa, “non è soltanto una parola, ma è una testimonianza di amore gratuito e fedele: è uscire da sé per andare incontro all’altro, è stare vicino a chi è ferito dalla vita, è condividere con chi manca del necessario, è rimanere accanto a chi è malato o vecchio o escluso…”.

La Resurrezione ci dà la “gioiosa certezza nel cuore” che “l’Amore è più forte, l’Amore dona vita, l’Amore fa fiorire la speranza nel deserto”.

Papa Francesco ha quindi rivolto la seguente preghiera al Signore Risorto: “Aiutaci a cercarti affinché tutti possiamo incontrarti, sapere che abbiamo un Padre e non ci sentiamo orfani; che possiamo amarti e adorarti. Aiutaci a sconfiggere la piaga della fame, aggravata dai conflitti e dagli immensi sprechi di cui spesso siamo complici. Rendici capaci di proteggere gli indifesi, soprattutto i bambini, le donne e gli anziani, a volte fatti oggetto di sfruttamento e di abbandono”.

Preghiere specifiche sono state rivolte per “i fratelli colpiti dall’epidemia di ebola in Guinea Conakry, Sierra Leone e Liberia, e quelli affetti da tante altre malattie, che si diffondono anche per l’incuria e la povertà estrema”.

Il Santo Padre ha poi invocato la consolazione per “quanti oggi non possono celebrare la Pasqua con i propri cari perché strappati ingiustamente ai loro affetti, come le numerose persone, sacerdoti e laici, che in diverse parti del mondo sono state sequestrate”.

Ha poi pregato “Gesù glorioso” perché faccia “cessare ogni guerra, ogni ostilità grande o piccola, antica o recente!”.

Oltre alla Siria, per la quale ha chiesto l’arrivo dei “necessari aiuti umanitari” e la fine del conflitto armato, specie “contro la popolazione inerme”, il Papa ha menzionato vari altri paesi bisognosi di pace: l’Iraq, flagellato da “violenze fratricide”; la Repubblica Centrafricana; la Nigeria, segnata da “attentati terroristici”; il Venezuela, per il quale ha chiesto “che gli animi si volgano alla riconciliazione”; Israele e Palestina, per cui ha auspicato la ripresa dei negoziati.

Ricordando la celebrazione della Pasqua, simultaneamente alle “Chiese che seguono il calendario giuliano”, Francesco ha pregato per la “pacificazione” in Ucraina, “perché tutte le parti interessate, sostenute dalla Comunità internazionale, intraprendano ogni sforzo per impedire la violenza e costruire, in uno spirito di unità e di dialogo, il futuro del Paese”.

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