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Amore e paura

L'editoriale del direttore de L'Azione don Alessio Magoga.

Amore e paura

"Lo sviluppo non può essere contro la felicità. Deve essere a favore della felicità umana, dell’amore, della terra, delle relazioni umane, di prendersi cura dei figli, di avere amici, di avere l’essenziale… Quando lottiamo per l’ambiente, il primo elemento dell’ambiente si chiama felicità umana”. Sono queste le parole di un celebre discorso dell’ex-presidente dell’Uruguay, Josè Mujica, al summit internazionale sull’economia sostenibile di Rio de Janeiro del 2014. E proprio a lui si è rivolto per ben due volte papa Francesco nel discorso – anche questo senza dubbio “storico” – che lo scorso 5 novembre ha tenuto ai partecipanti al terzo incontro mondiale dei Movimenti Popolari: un variopinto arcipelago di gruppi, movimenti e associazioni, provenienti da 60 Paesi e accomunati dallo stesso impegno per i diritti delle “periferie urbane, rurali e industriali del mondo”. I lavori dell’incontro sono stati coordinati dal dicastero pontificio “Sviluppo Umano Integrale”: un organismo creato da papa Francesco nell’agosto scorso, in cui confluiranno a breve quattro “Pontifici Consigli” (Giustizia e Pace, Cor Unum, Pastorale migranti e operatori sanitari).

A pochi giorni dall’inizio del COP22 – la conferenza internazionale sul clima che questa volta si tiene in Marocco – le parole del Papa ai Movimenti Popolari suonano come un energico monito a prendersi cura in modo responsabile dell’ambiente, affinché si gettino le basi per uno sviluppo che abbia a cuore tutto l’uomo – e la sua felicità – e non il mercato. Il discorso del Papa si snoda attraverso tre significativi e chiari passaggi. Innanzi tutto, il Papa avverte che c’è una relazione molto stretta tra dittatura economica globale e paura: “Chi governa allora? Il denaro. Come governa? Con la frusta della paura… Nessuna tirannia si sostiene senza sfruttare le nostre paure”. Pertanto – ecco il secondo passaggio – l’unico modo per vincere la paura è quello di “amare e gettare ponti”, “giocando la propria vita”. Solo così si risana l’atrofia e la paralisi del mondo, provocate della mancanza di valori morali e dalla crescita economica a tutti i costi. Solo l’amore vince la paura! Il Papa ha poi richiamato alla memoria il suo personale incontro con i profughi dell’isola di Lesbo, dove ha potuto ascoltare da vicino la sofferenza di tante famiglie in fuga: “Chi ha paura di voi, non vi ha guardato negli occhi”. Di fronte al problema mondiale delle migrazioni – ha denunciato il Papa – non si mette in campo una millesima parte di quanto si investe per salvare la bancarotta di una banca. Nella logica dell’economia, la “bancarotta dell’umanità” vale meno di quella della finanza. Per papa Francesco i Movimenti Popolari devono fare attenzione a due “rischi”: “lasciarsi incasellare”, cioè di lasciarsi mettere ai margini dalla politica vera, quella che conta e trasforma la realtà, e “lasciarsi corrompere”, perché la corruzione non è un vizio solo della politica. Qui l’affondo del Pontefice è deciso: “A qualsiasi persona che sia troppo attaccata alle cose materiali o allo specchio, a chi ama il denaro, i banchetti esuberanti, le case sontuose… consiglierei di capire che cosa sta succedendo nel suo cuore e di pregare Dio di liberarlo da questi lacci… E [consiglierei] che non si metta in un’organizzazione sociale o in un movimento popolare, perché farebbe molto danno a se stesso, al prossimo e sporcherebbe la nobile causa che ha intrapreso. E che neanche si metta in seminario!”. Il Papa chiede al mondo – e a noi tutti – di ritornare all’essenziale, anche attraverso una certa “austerità”, perché non il potere né l’accumulo dei beni ma solo riscoprire la nostra umanità può renderci davvero felici.

Alessio Magoga

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