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Ogni atto di guerra è un delitto contro Dio

L'editoriale di questa settimana.

Ogni atto di guerra è un delitto contro Dio

Grazie a Dio il bombardamento scatenato congiuntamente da Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia in Siria la notte tra venerdì e sabato della scorsa settimana non ha causato morti. Le roboanti minacce delle settimane precedenti del presidente Trump hanno di fatto prodotto poca cosa. Il motivo dell’intervento è stato la decisione di Assad di usare i gas velenosi per liberare l’ultima roccaforte dei ribelli a Duma, nella periferia di Damasco, causando la morte di molti civili. Alla fine tutto si è ridotto ad un intervento quasi simbolico, anche perché gli Stati Uniti, a quanto pare, avevano avvisato la Russia e indicato gli obiettivi da colpire, cosicché c’è stato tutto il tempo di allontanare le persone, i macchinari ed eventuali depositi di gas. Si è anche accuratamente evitato di colpire i russi e i loro apparati presenti in Siria. Papa Francesco domenica scorsa al Regina Coeli non ha nominato espressamente il bombardamento, ma ha espresso la sua preoccupazione per la pace: «Sono profondamente turbato dall’attuale situazione mondiale, in cui, nonostante gli strumenti a disposizione della comunità internazionale, si fatica a concordare un’azione comune in favore della pace in Siria e in altre regioni del mondo. Mentre prego incessantemente per la pace, e invito tutte le persone di buona volontà a continuare a fare altrettanto, mi appello nuovamente a tutti i responsabili politici, perché prevalgano la giustizia e la pace».

L'attacco è, tuttavia, sintomo di una situazione grave. In Siria è in atto un pericoloso confronto tra le due grandi potenze, Stati Uniti e Russia, timorose che una guadagni vantaggi sulla scena mondiale a scapito dell’altra. Contemporaneamente c’è un feroce scontro tra i due rami storicamente contrapposti dell’Islam: Sciiti e Sunniti. Chi ne fa le spese è il popolo siriano che da sei anni è martoriato con quasi mezzo milione di morti e milioni di profughi e con le sue belle città rase al suolo. Questo è l’aspetto scandaloso: si fa pagare ad un popolo i giochi di potere dei grandi. Per questo il Papa è “profondamente turbato”. Nonostante il raid sia stato compiuto con tutte le precauzione possibili, è stata pur sempre una mossa violenta alla quale i russi hanno reagito fortemente considerandolo una violazione del diritto internazionale e appellandosi all’Onu. La cosa potrebbe avere ulteriori pericolosi sviluppi. 

Il fatto ha evidenziato ancora una volta la disunione dell’Unione europea: mentre la Francia ha partecipato attivamente con i suoi missili, gli altri Stati, tra cui l’Italia, si sono defilati pur deprecando l’atteggiamento di Assad e dei russi. Tuttavia i numerosi partiti populisti e sovranisti non hanno perso l’occasione per dimostrare il loro dissenso con l’Europa difendendo Putin. Da noi Salvini ha marcato in modo particolare la sua contrarietà all’operazione e ha elogiato il presidente russo, a differenza di Di Maio che ha riconfermato la sua appartenenza al Patto Atlantico. Così si è allargato il fossato tra i due su un punto capitale, la collocazione internazionale. Si può fare un governo con queste diversità?

L'uso dei gas tossici è stata la causa di questa azione. Insieme alle armi nucleari e alle armi batteriologiche sono considerati armi di distruzione di massa. Sono contro l’umanità perché ne compromettono l’esistenza stessa. Per questo si è deciso di proibirne l’uso in L’ guerra con una decisione di ragionevolezza pur nella irragionevolezza e insensatezza della guerra. Le più pericolose sono le armi nucleari che sono in grado di distruggere totalmente il pianeta. Per questo già nel 1970 l’Onu è riuscito a concordare il Trattato di non proliferazione nucleare, che però non è stato sottoscritto da tutti gli Stati. Poi nel 1993 si è giunti alla Convenzione di Ginevra per l’abolizione definitiva delle armi chimiche e batteriologiche, adottando anche strumenti di controllo e sanzioni cui hanno aderito quasi tutti gli Stati, Siria compresa.

La Chiesa è intervenuta ancor prima contro queste armi. Lo ha fatto papa Giovanni XXIII con l’enciclica Pacem In Terris nel 1963 e poi, nel 1965, il Concilio con la Gaudium et Spes. In particolare questo documento contiene la condanna “formale” della “guerra totale”, combattuta appunto con queste armi: «Avendo ben considerato tutte queste cose, questo sacro Concilio, facendo proprie le condanne della guerra totale già pronunciate dai recenti sommi pontefici dichiara: ogni atto di guerra, che mira indiscriminatamente alla distruzione di intere città o di vaste regioni e dei loro abitanti, è delitto contro Dio e contro la stessa umanità e va condannato con fermezza e senza esitazione» (GS 80). È l’unica condanna, espressa con parole canoniche, pronunciata dal Concilio.

GpM

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