Editoriale
stampa

Tranquilli, la chiesa è in buone mani

L'editoriale del direttore don Giampero Moret.

Tranquilli, la chiesa è in buone mani

Un ospedale da campo non si presenta pulito e ordinato come un ospedale normale. Papa Francesco all’omelia della messa con la quale ha aperto il sinodo sulla famiglia, ha riproposto la sua famosa immagine della Chiesa come un “ospedale da campo”. E in questi giorni di avvio del sinodo sulla famiglia l’immagine è quanto mai appropriata, perché si ha l’impressione di una certa confusione e agitazione. Tensioni, anche ad alto livello, tra chi teme che la Chiesa stia facendo dei passi azzardati sulla famiglia e chi, al contrario, vorrebbe spingerla ad imboccare a tutta velocità la via del cambiamento. Si aggiunge una serie di incidenti, pettegolezzi, presunti scandali dopo il viaggio del papa in America e nell’imminenza del sinodo: la partecipazione all’incontro di Filadelfia del sindaco Marino, il ricevimento a New York di noti gay con relativi abbracci e, all’opposto, il presunto incoraggiamento a Kim Davis, una funzionaria americana che si rifiutò di firmare le licenze matrimoniali a coppie gay. Da ultimo la rivelazione del monsignore polacco, membro della Congregazione per la dottrina della fede, di essere omosessuale – e qui niente di male – e poi, in un secondo momento, di vivere già con un compagno – e qui male dato il suo stato clericale – rivelazione fatta nell’imminenza del sinodo con un chiaro intento di far pressione su di esso. Si ha l’impressione che ci sia la volontà da parte di qualcuno di creare confusione ad arte o di tendere qualche imboscata al Papa.

Soprattutto di farlo apparire incerto, contraddittorio, allo scopo di invocare un timoniere più sicuro a guidare la barca della Chiesa. Scrive l’ex ministro Andrea Riccardi, della Comunità di Sant’Egidio, sul Corriere: “Voci autorevoli della Chiesa insistono sul ‘fraintendimento’ e la strumentalizzazione cui andrebbero soggetti gli interventi e i gesti del Papa. Il che costituisce anche una garbata rilevazione dei limiti originari del suo pensiero, forse per asistematicità o – come dicono alcuni più severi – per ‘teologia debole’”. a papa Francesco non sembra affatto incerto e nemmeno intimorito da questi tentativi di screditarlo o di tirarlo dalla propria parte. Lui ha una sua linea che non è per niente azzardata come qualcuno vuol far apparire. Il suo stile è di procedere con il massimo consenso possibile. Certamente ha una sua visione coerente e non superficiale, ma ben fondata teologicamente, sulla missione della Chiesa nel nostro tempo. Non si impegna nell’esposizione di dottrine teologiche ben articolate come era in grado di fare papa Benedetto XVI. La sua è una chiarezza di tipo pastorale: dimostra di sapere come condurre la Chiesa in questo nostro tempo incerto. E lo fa senza estremismi e senza strappi. In questo ha qualche somiglianza con Giovanni XXIII. ell’omelia alla messa di apertura del sinodo ha ripetuto con garbo le sue convinzioni. Ha ribadito gli aspetti negativi delle nostre società avanzate e ha dichiarato con chiarezza che la Chiesa è chiamata a vivere la sua missione “nella fedeltà, nella verità e nella carità”. Nella fedeltà: “Per difendere l’unità e l’indissolubilità del vincolo coniugale come segno della grazia di Dio e della capacità dell’uomo di amare seriamente”.

Nella verità “che non si muta secondo le mode o le opinioni dominanti”. Nella carità “che non punta il dito per giudicare gli altri, ma – fedele alla sua missione di madre – si sente in dovere di cercare e curare le coppie ferite con l’olio della accoglienza e della misericordia; di essere ospedale da campo con le porte aperte ad accogliere chiunque bussa chiedendo aiuto e sostegno; di più, di uscire dal proprio recinto verso gli altri con amore vero per camminare con l’intera umanità ferita, per includerla e condurla alla sorgente di salvezza”. Introducendo i lavori lunedì mattina un’altra efficace consegna: “Il sinodo è la Chiesa che si interroga sulla sua fedeltà al deposito della fede che per essa non rappresenta un museo da guardare e nemmeno da salvaguardare, ma è una fonte alla quale la Chiesa si disseta per dissetare e illuminare il deposito della vita”. a preoccupazione di papa Francesco è di capire gli uomini e le donne del nostro mondo e di aiutarli nelle loro incertezze in modo che la Chiesa non sia soltanto una fortezza solida dalla quale, però, ci si allontana sempre di più. Vuole capire perché la Chiesa è diventata così antipatica a tanti. Sa bene che la Chiesa apparirà sempre odiosa ad una parte del mondo, però si è impegnato ad una attenta individuazione di tutti quegli aspetti che le impediscono di essere anche attraente come deve essere per sua natura e missione. Attendiamo gli esiti di questo sinodo. Se ai padri sinodali apparirà opportuno di imprimere una svolta alla Chiesa, siamo certi che papa Francesco cercherà che avvenga con dolcezza e senza sbandamenti.

Tranquilli, la chiesa è in buone mani
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento