Oggi Domenica
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Dio non ha fretta

La riflessione della Parola di Dio domenicale.

Dio non ha fretta

Domenica 23 luglio - XVI del tempo ordinario - anno A - quarta settimana del Salterio - colore liturgico verde Sap 12, 13. 16-19; Sal 85; Rm 8, 26-27; Mt 13, 24-43 Tu sei buono, Signore, e perdoni

Perché la comunità cristiana è attraversata da scandali? Da dove vengono e perché non sono sradicate le piante che non portano frutto? Da dove proviene tanta zizzania? L’interrogativo non è solo di oggi: fin dai primi tempi la comunità cristiana è stata agitata dal problema dello scandalo di fronte ai peccati avvenuti dopo il battesimo. E inoltre: come mai è necessario sopportare tribolazioni e persecuzioni a causa della Parola? Perché per dare frutto è necessario che il chicco di grano debba morire sotto terra? Perché il cammino della vita passa proprio attraverso il dolore e la morte? Interrogativi a cui Gesù stesso non solo non si è sottratto, ma che ha reso più laceranti, vivendoli e incarnandoli in prima persona. Gesù si mostra, qui, profondo conoscitore delle vicende umane, dei sentimenti P degli uomini: quelli buoni, ma anche quelli dettati da intenzioni non trasparenti. Il seminatore è colui che lavora con onestà, che compie il suo lavoro con coscienza e competenza. Si introduce però l’opera di un nemico, che rovina il suo lavoro. A volte capita così anche nella vita, nei rapporti umani: c’è qualcuno che, spinto dall’invidia, dalla gelosia o anche dalla cattiveria, cerca di mettere del negativo, cerca di rovinare la vita degli altri, cerca di “mettere zizzania” negli affari degli altri. Nella parabola vi è anche la presenza dei servi di colui che ha seminato del buon grano. Essi si presentano come persone molto attente, si prendono cura del campo, ma sono persone forse un po’ troppo sbrigative: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. Forse sono un po’ troppo superficiali. È così anche nella vita: vi sono persone che sono un po’ troppo precipitose nelle cose, che hanno la preoccupazione di fare bella figura con i superiori, magari senza troppo riflettere sulle conseguenze che determinate scelte potrebbero produrre sugli altri. Anche in questo caso il padrone del campo si mostra particolarmente attento: “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano”. Alla fine intervengono i mietitori che, fedeli alle indicazioni ricevute, raccoglieranno la zizzania per bruciarla e il grano per riporlo nei granai. Come si vede in queste parabole vi possiamo cogliere molte dinamiche del vivere umano con aspetti positivi e aspetti negativi: l’invidia, la gelosia, l’inimicizia che rovina i rapporti tra gli uomini, la superficialità, il desiderio di far bella figura che a volte può creare seri problemi, ma anche la presenza – e guai se non ci fosse – di persone equilibrate e sagge che sanno avere pazienza, che sono guidate da retta intenzione. Il Signore non ha fretta nel giudicare. Anche per noi la fretta è spesso una cattiva consigliera: fretta nel giudicare le scelte degli altri, fretta nel vagliare il loro operato, fretta nel decidere cosa accettare e cosa rifiutare, fretta di togliere di mezzo tutto quello che non corrisponde al nostro modo di fare, di pensare, di giudicare. Dio, il Padre, non ha tutta questa fretta a cui noi invece ci abbandoniamo facilmente! Allora coraggio! Superiamo la tentazione del giudizio, smettiamo di comportarci come i mietitori della parabola. Dobbiamo amare questa Chiesa, non quella dei nostri sogni. Dobbiamo amare questa Chiesa, quella in cui viviamo, quella in cui ogni domenica spezziamo il pane e ascoltiamo la Parola di Gesù.

Don Piergiorgio Sanson

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