Oggi Domenica
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Sale e luce

Le riflessioni sul vangelo della domenica.

Sale e luce

Domenica 5 febbraio - V del tempo ordinario - anno A - prima settimana del Salterio - colore liturgico verde Is 58, 7-10; Sal 111; 1Cor 2, 1-5; Mt 5, 13-16 Il giusto risplende come luce

Sale e luce: le due immagini usate da Gesù sono molto semplici e realistiche, facilmente richiamano la vita quotidiana, gesti concreti e familiari, ma fondamentali. Chiunque comprende al volo che cosa significa una minestra insipida, perché chi ha cucinato ha dimenticato il sale, o una stanza buia, perché uno sciocco ha messo la lampada sotto il letto. Ai discepoli di Gesù dunque è affidato il ruolo del sale e della lampada, con il loro compito ben preciso, ma anche con dei rischi. “Voi siete il sale della terra. Voi siete la luce del mondo”. Una delle più belle definizioni di Dio è “Dio è luce”, come leggiamo in San Giovanni (1Gv 1, 5).

Ma oggi il Vangelo ci sorprende e rilancia: anche l’uomo è luce; anche tu, anche voi siete luce. Chi di noi ha il coraggio di dire: io do luce, io do sapore alla vita di chi mi è vi- S cino? Ebbene, è incredibile la fiducia di Gesù negli uomini, incredibile la stima, la speranza che ha in noi! E non dice: voi dovete essere, sforzatevi di diventare, ma: voi siete già luce. La luce non è un dovere, è il frutto spontaneo di chi ha respirato Dio. Io non sono né luce né sale, lo so bene, eppure il Vangelo parla a me, di me: non fermarti alla superficie, a ciò che appare agli occhi, ma cerca in profondità, verso la cella segreta del cuore: là troverai una fiamma accesa e una manciata di sale.

Perché tu sei, nonostante tutti i tuoi limiti, luce e sale del mondo, per pura grazia, non per tuo merito, proprio perché hai ricevuto il battesimo e la cresima. Non è un vanto, ma una responsabilità. “Voi siete il sale del mondo”. Il sale dà sapore. San Paolo nella seconda lettura dice: “Io non ho voluto sapere nient’altro che Cristo, e questi crocefisso”. “Sapere” è molto di più che “conoscere”: significa avere il sapore di Cristo. E questo accade quando Cristo è disciolto in me come sale; quando mi penetra in tutte le fibre della mia vita. Allora io divento sua parola, suo gesto, suo cuore. Gesù non dice: voi siete il miele o lo zucchero del mondo, ma il sale che non è buonismo o accondiscendenza, ma conserva ciò che deve durare. È come un istinto di vita che penetra in tutte le cose minacciate dal degrado e le conserva, ed è qualcosa che dà gusto alla vita.

C’è, però, una condizione indispensabile del sale senza la quale risulta inutile o controproducente: deve scomparire. Se non si amalgama con il cibo, se non si scioglie, viene meno la sua funzione. Risulta da quest’affermazione di Gesù l’invito chiaro per i credenti a contribuire alla manifestazione e alla incarnazione di Cristo nella storia perché Lui appaia come salvezza e liberazione. Sale della terra e luce del mondo. Non per pochi o per qualcuno, ma per tutti. Mi colpisce come Gesù sia categorico e drastico nel dichiarare che chi si sottrae a questo compito è inutile e da buttare.

Coraggio cari amici! Il sale e la luce sono in noi, sono doni di Dio, non dobbiamo dubitare. Piuttosto teniamo d’occhio quell’ostacolo che vuole oscurarci o quella tiepidezza che ci toglie il gusto della vita e della fede. Noi cristiani siamo coloro che hanno gustato la salvezza e, alla luce di Cristo, abbiamo compreso il senso della vita: per questo ne diventiamo i naturali portatori e trasmettitori. La Chiesa dunque non giudica e non conquista il mondo: semplicemente lo serve per salvarlo. Come discepoli salati e luminosi, testimoniamo che vivere con Lui o senza di Lui non è la stessa cosa.

Don Piergiorgio Sanson

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