Oggi Domenica
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Un gesto inaspettato

La riflessione sulla Parola di Dio domenicale.

Un gesto inaspettato

Domenica 4 marzo - III di Quaresima - anno B - terza settimana del Salterio - colore liturgico viola Es 20, 1-17; Sal 18; 1Cor 1, 22- 25; Gv 2, 13-25 Signore, tu hai parole di vita eterna

Dopo il silenzio del deserto e la lucentezza del Tabor, la Parola ci invita ad addentrarci nel tempio di Gerusalemme. La scena è movimentata e la mano saggia dell’evangelista Giovanni ci presenta un Gesù un po’ diverso da certi nostri immaginari melensi e zuccherini… Un gesto inatteso, quasi imprevedibile: Gesù che prepara una frusta, la brandisce e attraversa l’atrio del tempio come un torrente impetuoso, che travolge uomini, animali, tavoli e monete. La cosa che più mi colpisce e commuove in Gesù è vedere che in Lui c’erano insieme la tenerezza, la dolcezza di una donna innamorata e la determinazione, la forza, il coraggio di un eroe sul campo di battaglia. Leggendo con attenzione il testo, viene spontaneo farsi una domanda: perché Gesù se la prende così tanto con i cam- D biavalute e i venditori di animali per i sacrifici nel tempio? Dopo tutto il loro era un servizio prezioso: cambiavano le monete agli stranieri promettendogli di acquistare gli animali per il sacrificio e impedendo di introdurre nel tempio monete con l’immagine dell’imperatore. Allora cosa fa arrabbiare tanto Gesù da spingerlo addirittura a fabbricarsi una frusta per scacciare dal tempio i commercianti? All’avvicinarsi della Pasqua, questo gesto, e le parole che lo interpretano, risuonano carichi di profezia: Non fate della casa del Padre mio un mercato! Del tempio di Gerusalemme, di ogni chiesa, ma soprattutto del cuore. A ogni credente Gesù ripete il suo monito: non fare mercato della fede.

Non adottare con Dio la legge scadente della compravendita di favori, dove tu dai qualcosa a Dio (una messa, un’offerta, una candela...) perché Lui dia qualcosa a te. Se facciamo così, se crediamo di coinvolgere Dio in questo giuoco mercantile, siamo solo dei cambiamonete, e Gesù rovescia il nostro tavolo: Dio non si compra ed è di tutti. Noi siamo salvi perché riceviamo tutto da Dio. Casa di Dio è l’uomo: non fare mercato della vita! Non immiserirla alle leggi dell’economia e del denaro. Non vendere dignità e libertà in cambio di cose, non sacrificare la tua famiglia sull’altare del denaro, non sprecare il cuore riducendo i suoi sogni a oro e argento. La nuova etica sostiene: “più denaro è bene, meno denaro è male”. Sotto questa mannaia stolta passano le scelte, politiche o individuali. Ma l’esistenza non è solo questione di affari. È danza, che nasce dal traboccare dell’energia. Non fare mercato del cuore! Non sottometterlo alla legge del più ricco, né ad altre leggi: quella del più forte, o del più astuto, o del più violento. Capita a volte che col pretesto di “pagare” si pretende di ridurre il prete ad uno stregone che compie i riti desiderati alle condizioni poste dal committente. Col pretesto di “pagare” si ignora tutto ciò che suona come scomodo e si sceglie il pacchetto più congeniale. Col pretesto di “pagare” ci si illude di poter mettere le mani su Dio. E quando si riceve un “no”, si ricorre a qualche collega compiacente che si presta ad un gioco sporco, quello di rinunciare al buon nome di Dio pur di acquisire a poco prezzo un certo consenso. La collera di Gesù oggi ci raggiunge tutti, preti e fedeli, ed esige che rispettiamo Dio: per Lui, per la sua bontà, ma anche per gli altri e per noi stessi. Il tempo della Quaresima ci chiama a questo lavoro di martello e scalpello per ripulire la nostra immagine deformata di Dio. Ci invita a trovare casa nel nuovo e definitivo tempio di Dio che è il Cristo crocefisso e risorto.

Don Piergiorgio Sanson

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