Oggi Domenica
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Amare senza confini

La riflessione sula Parola di Dio domenicale.

Amare senza confini

Domenica 19 febbraio - VII del tempo ordinario - anno A - terza settimana del Salterio - colore liturgico verde Lv 19, 1-2. 17-18; Sal 102; 1Cor 3, 16-23; Mt 5, 38-48 Il Signore è buono e grande nell’amore

Nelle popolazioni antiche e primitive l’odio e la vendetta non avevano alcun limite. In questa situazione, nell’antico Testamento, Dio interviene perché l’uomo esca da questa situazione tragica e faccia un primo passo in avanti: “Se vuoi, vendicati, ma solo occhio per occhio, non di più”. In opposto all’odio, così sempre facile, Dio, sempre nell’A.T., propone l’amore al vicino. Il prossimo da amare era il familiare, il vicino, il parente, il connazionale. L’amore del popolo ebreo non usciva da questo confine. Ma sappiamo che Gesù non è venuto per fare una passeggiata sul mondo, ma per cambiarlo. Ed ecco la proposta audace che fa sobbalzare tutto e tutti: “Avete inteso che fu detto: occhio per occhio... Ma io vi dico: se uno ti dà N uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra: sii disarmato, non incutere paura, mostra che non hai nulla da difendere, e l’altro capirà l’assurdo di esserti nemico. Tu porgi l’altra guancia”: non la passività morbosa di chi ha paura, ma una iniziativa decisa: riallaccia tu la relazione, fa’ tu il primo passo, perdonando, ricominciando, rattopp—ando coraggiosamente il tessuto della vita, continuamente lacerato. Tutto il Vangelo è qui: amatevi altrimenti vi distruggerete. Cosa possono significare allora gli imperativi di Gesù: amate, pregate, porgete, prestate? Non sono ordini, non si ama infatti per decreto, ma porte spalancate verso delle possibilità, offerta di un potere, trasmesso da Dio all’uomo di una forza divina. E tutto questo perché “siete figli del Padre vostro celeste che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi”. Da Padre a figli: c’è come una trasmissione di eredità, un’eredità di comportamenti, di affetti, di valori, di forza. Voi potete amare anche i nemici, potete fare l’impossibile, io ve ne darò la capacità se lo desiderate, se me lo chiedete, e se proseguite sulla strada del cambiamento interiore, della conformazione al Padre. Gesù ci propone una dilatazione dell’amore: il tuo prossimo è anche il tuo nemico. Il tuo prossimo è la persona che odi, quella che non riesci a perdonare, che ti fa ribollire il sangue, che ti fa cambiare strada. Quella persona è il tuo prossimo da amare e per la quale pregare. Il verbo che l’evangelista usa per indicare questa qualità dell’amore ha in sé l’idea della pienezza, della gratuità e della totalità. Il discepolo è chiamato a quest’amore. Il Maestro non scherza, ci chiede il meglio di noi. Non è eroismo, è amore. Mi emoziona il sapere che nella storia della Chiesa non sono mancate figure esemplari: gente che per amore di Gesù ha perdonato i nemici; genitori che per fedeltà a Gesù sono stati capaci di andare oltre pesanti offese da parte dei figli; persone che hanno saputo dimenticare calunnie e diffamazioni nei loro confronti; operai che si sono dimostrati solidali verso compagni di lavoro di avversa ideologia… Gesù sollecita i discepoli a non costruire muri, ma ad abbattere barriere e a superare i confini che possono dividere. Tutta la Bibbia canta, dall’inizio alla fine: Dio ha un cuore, Dio ci ama, Dio è amore. Allora capisco, allora mi entusiasmo. Io posso. Io potrò amare come Dio! Se è vero che ogni figlio ha il Dna del padre e della madre, è anche vero che noi abbiamo il Dna di Dio che è l’Amore. Dalla legge dell’amore non si scappa, come non si scappa dal Dna.

Don Piergiorgio Sanson

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