Oggi Domenica
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L’umiltà del lievito

Oggi Domenica: la riflessione sulla Parola di Dio domenicale.

L’umiltà del lievito

Domenica 20 luglio - XVI del tempo ordinario - anno A
Sap 12, 13. 16-19; Sal 85; Rm 8, 26-27; Mt 13, 24-43
Tu sei buono, Signore, e perdoni
Quarta settimana del Salterio

Mi sento un po’ imbarazzato nella scelta di un tema dalle letture di questa domenica per la riflessione dei lettori, in parte già in ferie. Tra le tante parabole del Regno del capitolo 13 di Matteo, concentrerò l’attenzione su quella brevissima del lievito, costituita dal solo versetto 33. È tratta dalla vita domestica, contemplando la donna che alla sera prepara il pane per una famiglia patriarcale, per metterlo a cuocere nel forno il mattino seguente. La donna della parabola mescola il lievito con un’enorme quantità di farina: tre staia, cioè circa 40 chili.

È impressionante la sproporzione tra il microscopico lievito e la massa della farina. L’impresa del lievito non è facile, ma può farcela. Il lievito è Cristo stesso nella sua umanità contestata e annichilita fino alla morte in croce, ma ha la forza prorompente dell’amore per cominciare a rivoluzionare la storia dell’umanità. Il lievito- Cristo continua e si espande nel “piccolo gregge” fino a fermentare tutta la farina. La sua espansione è indicata dalla trasformazione della farina, che è il mondo, in pasta per opera dello Spirito Santo, il lievito di Cristo. Il tempo che intercorre tra la risurrezione di Cristo con la Pentecoste dei discepoli e la fine del mondo è il tempo della Chiesa, perché segna l’espansione del progetto di Dio nelle vicende personali e nella storia dell’umanità. Le sfide sono innumerevoli ed enormi, ma l’energia dello Spirito ha una forza intrinseca.

Il compito del lievito non consiste nel rinchiudersi in se stesso: sarebbe destinato a deteriorarsi e marcire. Deve rischiare di immergersi nella farina, nel mondo, perdendosi in esso per trasformarlo in pasta buona e soffice. Deve morire come lievito per risorgere come pasta. È la stessa logica evangelica della semente: Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto (Gv 12,24). Potremmo anche dire che si tratta dell’eterno rapporto (e sfida) tra quantità e qualità, dove, nel nostro caso, la qualità è divina. È la Chiesa incidentata, preferita da papa Francesco a quella accomodata e burocratizzata.

C’è inoltre un dettaglio importante, trascurato dalla traduzione italiana, quando dice: La donna prese il lievito e lo nascose in tre misure di farina. La presenza e l’azione del lievito non sono spettacolari ed eclatanti, come ritenevano molti giudei riguardo al Cristo e ancor oggi molti cristiani. Pensiamo a Maria, colei che con il suo “sì” ha collaborato decisamente e definitivamente per l’entrata del Lievito nel mondo. È modello del lievito attivo e silenzioso, minimo eppure efficace. Tutti possiamo riconoscerci nella serva del Signore e seguirla nel cammino dell’espansione del lievito fino alla sua pienezza nel Regno, che Lei già gode e da cui ci attira maternamente a sé.

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