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12 GIUGNO: Giornata Mondiale contro il Lavoro Minorile

Nel mondo, il numero di bambini costretti al lavoro minorile è salito a 160 milioni

12 GIUGNO: Giornata Mondiale contro il Lavoro Minorile

Istituita nel 2002 dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), oggi si celebra la giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile.

Secondo il rapporto congiunto OIL e UNICEF il numero di bambini costretti al lavoro minorile è salito a 160 milioni nel mondo — un aumento di 8,4 milioni negli ultimi quattro anni. Altri milioni di bambini sono a rischio a causa dell’impatto della crisi generata dal COVID-19 e dell’abbandono dei banchi di scuola per la loro chiusura.

Il rapporto Child labour: 2020 global estimates, trends and the road forward (“Lavoro minorile: stime globali 2020, tendenze e percorsi per il futuro”) segnala come il progresso verso l’eliminazione del lavoro minorile ha subito una battuta d’arresto per la prima volta in 20 anni, invertendo la tendenza al ribasso che ha visto il lavoro minorile diminuire di 94 milioni tra il 2000 e il 2016.

Il rapporto evidenzia che i bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni costretti in vare forme di lavoro minorile sono aumentati in modo significativo e rappresentano poco più della metà del totale a livello globale. Dal 2016, il numero di bambini di età compresa tra i 5 e i 17 anni occupati in lavori pericolosi — definiti come lavori che possono danneggiare la salute e lo sviluppo psico-fisico e morale dei bambini e adolescenti — è aumentato di 6,5 milioni, fino a raggiungere 79 milioni.

Numeri per difetto che suonano come un campanello d’allarme per le generazioni future in contesti segnati da vulnerabilità sociale e difficoltà economica.

Il settore agricolo rappresenta il 70 per cento dei bambini occupati in forme di lavoro minorile (112 milioni), seguito dal 20 per cento nei servizi (31,4 milioni) e dal 10 per cento nell’industria (16,5 milioni).

Quasi il 28 per cento dei bambini tra i 5 e gli 11 anni e il 35 per cento dei bambini tra i 12 e i 14 anni non vanno a scuola.

Contrariamente da quello che si è portati a pensare il lavoro minorile è più diffuso tra i ragazzi che tra le ragazze ad ogni età. Per quanto riguarda il lavoro di ausilio domestico svolto per almeno 21 ore a settimana, il divario di genere nel lavoro minorile tuttavia si riduce.

La prevalenza del lavoro minorile nelle aree rurali (14 per cento) è quasi tre volte superiore a quella delle aree urbane (5 per cento).

Per invertire la tendenza all’aumento del lavoro minorile, l’ILO e l’UNICEF chiedono agli Stati, alle imprese e alla società civile di incoraggiare:

- Un’adeguata protezione sociale per tutti, comprese le prestazioni familiari universali.

- L’aumento degli investimenti a favore di un’istruzione di qualità e il ritorno di tutti i bambini a scuola anche per i bambini che non andavano a scuola prima del COVID-19.

La promozione del lavoro dignitoso per gli adulti, affinché le famiglie non debbano ricorrere al lavoro dei loro bambini per generare reddito familiare.

Enrico Vendrame

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