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68° Giornata del ringraziamento a Vittorio Veneto

Domenica a Ceneda: Mercato di Campagna Amica, Lancieri a cavallo e coro di Vittorio Veneto.

68° Giornata del ringraziamento a Vittorio Veneto

“Il messaggio della 68^ Giornata del Ringraziamento è dedicato alla diversità e contro la disuguaglianza. Tema caro a Coldiretti che onora e protegge la biodiversità che rende tanto importante e generoso il made in Italy agroalimentare. In queste ore però la nostra Giornata provinciale ha sposato un altro messaggio che è quello della solidarietà per i territori del nostro Paese colpiti dall’ondata straordinaria di maltempo che nello specifico ha martoriato le vicine montagne del bellunese e con esse le aziende agricole presenti. Aziende che portano con sé un valore aggiunto di essere gestite da uomini e donne che se tolte da quel contesto andrebbero a costituire un ulteriore danno mortale per l’ambiente circostante. La nostra Giornata del Ringraziamento sarà dedicata a questi amici e colleghi a cui non mancherà il nostro supporto concreto attraverso un conto corrente dedicato o un altro sistema di aiuto”. La riflessione è del presidente di Coldiretti Treviso, Giorgio Polegato che si prepara per domenica prossima, 11 novembre 2018, ad onorare la 68^ Giornata del ringraziamento di Coldiretti Treviso che cade proprio nel giorno di San Martino, giorno in cui le famiglie contadine, senza il rinnovo del contratto agrario, partivano alla volta di un’altra campagna. 

Ad ospitare la Giornata del Ringraziamento sarà ancora il Duomo di Ceneda a Vittorio Veneto in quanto Coldiretti Treviso ha voluto onorare il Centenario della Grande Guerra e soprattutto la sua conclusione con delle rievocazioni. Per far questo in piazza Giovanni Paolo I, di fronte al duomo, domenica dalle ore 9,00 si alterneranno dei momenti a memoria della Grande Guerra e valorizzanti delle produzioni tipiche locali. In particolare ci sarà ad accogliere i vittoriesi un’edizione speciale del Mercato di Campagna Amica.  L’associazione La Ruota di Cappella Maggiore darà vita ad una rievocazione della sgranatura del mais con arrivo in piazza del carro contadino per ricordare che il giorno di  San Martino le famiglie, come spiegato sotto, si spostavano nella nuova campagna. A scortare il carro ci saranno i Cavalieri Cenedesi, con i propri lancieri di Firenze a cavallo, in divisa d’epoca della prima guerra mondiale che saranno presenti anche con una postazione  di trincea ricostruita perfettamente anche con oggetti originali. L’azienda Agricola Fior di Loto di Lorenzet Martina e l’azienda Agricola Quierta di De Luca Giorgio prepareranno la polenta di mais giallo denominato “Nostrano di Piadera”, antica varietà in fase di tutela. E poi ci sarà in piazza anche Agricombai, Società Cooperativa di Miane con il marrone di Combai igp.

La cerimonia religiosa, cosa ancor più importante e suggestiva, andrà a celebrare la ritualità della consegna dei prodotti della nostra terra all’altare e successivamente la benedizione dei mezzi agricoli da parte del vicario Don Martino Zagonel e dai consiglieri ecclesiastici* di Coldiretti Treviso, Don Evaristo Colmagro e Don Piergiorgio Guarnier. Presente e coinvolto sarà il coro di Vittorio Veneto che non mancherà di dare il proprio contributo di valore all’intera manifestazione. Seguirà pranzo sociale con 600 prenotazioni al Victoria Sport dove sarà presentata l’iniziativa solidale per le montagne bellunesi.

PERCHE’ SI DICE FARE SAN MARTINO?

L'anno lavorativo dei contadini terminava agli inizi di novembre, dopo la semina . Qualora il datore di lavoro , proprietario dei campi e della cascina , non avesse rinnovato il contratto con il contadino per l'anno successivo, questi era costretto a trovare un nuovo impiego altrove, presso un'altra cascina. All'epoca, in assenza di efficienti mezzi di trasporto, il lavoro era organizzato in modo tale che il contadino abitasse sul luogo di lavoro in un'abitazione messa a disposizione dal padrone del fondo agricolo. Un cambio di lavoro comportava quindi un trasloco per il contadino e la sua famiglia. La data scelta per il trasferimento, per tradizione e per ragioni climatiche (estate di San Martino ), era quasi sempre l'11 novembre, giorno in cui la Chiesa  ricorda San Martino di Tours . In molte località, la piazza dove contadini e proprietari si ritrovavano in tale data al fine di stipulare i contratti per l'anno seguente era spesso quella di fronte all'omonima chiesa o ha preso successivamente il nome di "piazza San Martino".

 

Dal documento della CEI/maggio 2018.

 

“… secondo la propria specie …” (Gen.1,12): per la diversità, contro la disuguaglianza

 

Quando la Scrittura parla del creato, lo fa sempre con un tono di ammirato stupore per la varietà delle creature che vivono in essa. Fin dalla prima pagina essa sottolinea come Dio benedica la bontà di questa vita plurale e differenziata…

Un’agricoltura per la diversità

Nel contesto della globalizzazione commerciale la varietà delle specie è stata pesantemente ridotta con la coltivazione su grandi estensioni di poche varietà colturali che meglio soddisfacevano le esigenze di una produzione alimentare industriale di massa; in particolare nei cereali. Si è progressivamente cercato di privatizzare la biodiversità agricola tramandataci dalla tradizione contadina.

La FAO, ci ricorda che nel 20° secolo nell’indifferenza generale è stato perso il 75% della biodiversità delle colture e come la perdita della diversità genetica delle piante, dei “parenti selvatici” di quelle che coltiviamo, sia una grave minaccia per la sicurezza alimentare; in particolare, per i più poveri impegnati nella lotta alla fame.

Siamo chiamati a riscoprire lo stupore della Scrittura quando parla della diversità e varietà del creato, immagine tangibile della generosità del Padre Nostro. La biodiversità non può essere sottomessa all’interesse prevalente di pochi, ma non può neanche essere limitata ad un pacchetto di risorse a nostra disposizione, perché nella bontà di quella vita plurale che Dio stesso benedice c’è il codice, l’impronta della generatività del Suo amore.

Una delle ricchezze del nostro Paese è la grande varietà di prodotti della terra, cui corrisponde un cibo di qualità (il 2018 è l’Anno del cibo italiano).

L’Italia dei mille borghi e dei mille campanili, con il mondo agricolo ha già reagito all’omologazione dell’agroalimentare globale, impegnandosi per la rigenerazione  di un’agricoltura che vuole declinarsi in forme creative, valorizzando la ricca varietà di specie vegetali presenti e contribuendo così alla cura del creato nella sua diversità.  Così facendo, infatti, essa promuove quella complessa relazione tra terra, territorio e comunità, tra biologia e cultura, che costituisce una componente essenziale della realtà del Paese.

Un’agricoltura contro la diseguaglianza

I processi di omologazione globale dei mercati agroalimentari hanno mortificato quel contributo delle diversità culturali che, se ben indirizzato e nel rispetto dei diversi patrimoni, avrebbe contribuito a determinare una inclusione partecipata, sussidiaria e solidale dei popoli nell’unica famiglia umana.  L’agricoltura oggi più che mai è percepita come un bene collettivo, un mezzo di coesione sociale, dove l’accoglienza, l’ospitalità e la solidarietà sono punti di forza per l’abbattimento delle disuguaglianze di ogni genere. In questo contesto l’offerta multifunzionale dell’impresa agricola assume un ruolo strategico per le molteplici possibilità occupazionali che offre alle persone.

68° Giornata del ringraziamento a Vittorio Veneto
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