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AMBIENTE: il caldo africano fa crollare la produzione di miele

Con le elevate temperature in pericolo ci sono anche le nuove covate 

AMBIENTE: il caldo africano fa crollare la produzione di miele

Coldiretti segnala il crollo della prima produzione nazionale di miele d’acacia e di agrumi. L’attuale ondata di caldo rischia di dare il colpo di grazia agli alveari. Le api segnalano lo stato di salute dell’ambiente e la loro condizione denuncia lo sconvolgimento provocato dal clima su natura, animali e piante. In un decennio gli sconvolgimenti climatici sono costati 14 mld di euro in perdite di produzione.

Hanno smesso di volare e non svolgono più il loro prezioso lavoro di trasporto di nettare e polline. Le api sono stremate dal caldo africano che ha colpito con una nuova ondata la penisola. Con le elevate temperature in pericolo ci sono anche le nuove covate con le operaie al lavoro per salvarle dalla disidratazione ed evitare che le temperature interne alle arnie superino i 33-36 gradi. Ad affermarlo la Coldiretti che sottolinea come la prima produzione nazionale di miele di acacia e agrumi è crollata del 41% rispetto alle attese secondo Ismea.

Ora l’ondata di caldo africano rischia di dare il colpo di grazia agli alveari dove – sottolinea la Coldiretti - le api ventilatrici sono impegnate a rinfrescare l’interno agitando velocemente le ali in modo da ricambiare l’aria e quelle acquaiole portano invece acqua in forma di goccioline per raffreddare, a scapito della normale attività di impollinazione. Il risultato – precisa la Coldiretti - è che quest’anno la produzione nazionale risulterà ben al di sotto delle oltre 23,3 milioni di chili del 2018.

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