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Ai Grest e Campiscuola un "esercito" invisibile del bene

Riflessione dopo la vicenda di San Vendemiano.

Ai Grest e Campiscuola un "esercito" invisibile del bene

La sera di venerdì 31 luglio la comunità di San Vendemiano si è ritrovata in chiesa per celebrare l'Eucaristia. In particolare si è alzato a Dio un grazie corale per come si è conclusa la vicenda dello scorso 23 luglio, quando un pullman che trasportava ragazzi del Centro estivo ricreativo promosso dal Comune è uscito di strada lungo i tornanti che da Piancavallo portano ad Aviano. Poteva essere una tragedia. Invece, fortunatamente nessuno dei ragazzi e degli animatori ha riportato ferite gravi. Della decina di ricoverati, tutti sono stati presto dimessi. Solo l'autista è ancora in ospedale. La magistratura giustamente ha disposto il sequestro del mezzo e verificherà eventuali responsabilità.

All'apprendere questa notizia immaginiamo lo stato d'animo di tanti sacerdoti e animatori di grest e campiscuola che trasformano ogni giorno, in tutto il territorio diocesano, un'estate spesso banale dei nostri figli in un'estate bella e arricchente e piena di relazioni. In queste settimane abbiamo raccontato diverse di queste esperienze sul'Azione: grest dedicati al tema del cibo (Expo), campi scout nelle Dolomiti, campi dell'Azione Cattolica ad Auronzo, esperienze di volontariato di ragazze nelle case di riposo di Tarzo e Cordignano, campi vocazionali a Pietralba...

C'è un “esercito” del bene, di cui si parla poco e nelle cui fila vi sono tanti giovani, che si spende gratuitamente per donare gioia, fraternità e amore a dei ragazzini. Come osserva don Nicolò Anselmi “lo fanno per svariati motivi: perché è bello, perché si sentono chiamati da Dio e dalla Chiesa, lo fanno per vocazione”; diversi non sanno spiegare bene perché fanno l’animatore, ma sentono il bisogno di farlo. E solitamente a capo di questi gruppi di animatori vi è gente con la testa saldamente sulle spalle che organizza con scrupolo i campi.

Il servizio educativo è impegnativo e faticoso. Proviamo per una volta a metterci nei panni di chi organizza, ad esempio, un campo scout: quanti di noi sarebbero disposti ad affrontare l'impegno richiesto e ad assumersene tutte le responsabilità? Ne abbiamo visitato uno a Lorenzago di Cadore qualche giorno fa e vi assicuriamo che ci vuole davvero tanto amore per i ragazzi per curarne l'organizzazione...

Chiediamoci, cosa sarebbe la nostra società, cosa sarebbe la nostra convivenza civile, senza queste proposte educative? Sicuramente il nostro tessuto sociale sarebbe più povero.

All'“esercito” quasi invisibile del bene che si prende cura dei nostri ragazzi - in estate ma pure nei mesi “freddi”, ad esempio negli oratori - e che purtroppo finisce sotto i riflettori dei mass media (ma non dell'Azione!) solo per le “cattive” notizie, dobbiamo far sentire la nostra vicinanza. E ogni tanto facciamo anche una preghiera perché, come ha scritto il parroco di San Vendemiano, “il Signore vegli su coloro che sono impegnati nel servizio ai nostri giovani fratelli perché possano sempre essere preservati da ogni male del corpo e dello spirito”.

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