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CHIESA: Albino Luciani beato!

Papa Francesco: "Luciani è riuscito a trasmettere la bontà del Signore"

CHIESA: Albino Luciani beato!

La pioggia battente non ha scoraggiato le migliaia di persone che ieri mattina - 4 settembre - hanno affollato Piazza San Pietro, in Vaticano, per partecipare alla cerimonia di beatificazione di Papa Luciani. Tante persone, ma anche molte autorità: molti i cardinali e vescovi attorno all’altare; ma soprattutto abbiamo avuto l’onore di vedere tra le autorità civili il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella; inoltre erano presenti il ministro Federico D’Incà, il presidente del Veneto Luca Zaia e quello della Provincia di Belluno Roberto Padrin; diversi i sindaci, tra i quali quello di Canale d’Agordo.

Dopo l’atto penitenziale, è toccato al vescovo di Belluno chiedere al Papa la beatificazione di Luciani: è stata la diocesi bellunese, infatti, ad avviare la causa di canonizzazione; di seguito il cardinal Stella ha raccontato brevemente la vita del nuovo beato. Dopo la formula di rito, pronunciata in latino dal Papa, è stato portato all’altare il reliquario realizzato da Franco Murer, nel quale è incastonato come reliquia del suo magistero uno scritto autografo di Albino Luciani risalente al 1956.

Molto incisiva e attuale l’omelia di Papa Francesco, che ha commentato le parole di Gesù ascoltate nel brano evangelico.

Che cosa avrebbe fatto un qualunque maestro dell’epoca, o – possiamo domandarci ancora – cosa farebbe un astuto leader nel vedere che le sue parole e il suo carisma attirano le folle e aumentano il suo consenso? Capita anche oggi: specialmente nei momenti di crisi personale e sociale, quando siamo più esposti a sentimenti di rabbia o siamo impauriti da qualcosa che minaccia il nostro futuro, diventiamo più vulnerabili; e, così, sull’onda dell’emozione, ci affidiamo a chi con destrezza e furbizia sa cavalcare questa situazione, approfittando delle paure della società e promettendoci di essere il “salvatore” che risolverà i problemi, mentre in realtà vuole accrescere il proprio gradimento e il proprio potere, la propria figura, la propria capacità di avere le cose in pugno.

Il Vangelo ci dice che Gesù non fa così. Lo stile di Dio è diverso. È importante capire lo stile di Dio, come agisce Dio. Dio agisce secondo uno stile, e lo stile di Dio è diverso da quello di questa gente, perché Egli non strumentalizza i nostri bisogni, non usa mai le nostre debolezze per accrescere sé stesso. A Lui, che non vuole sedurci con l’inganno e non vuole distribuire gioie a buon mercato, non interessano le folle oceaniche. Non ha il culto dei numeri, non cerca il consenso, non è un idolatra del successo personale. Al contrario, sembra preoccuparsi quando la gente lo segue con euforia e facili entusiasmi.

Nella seconda parte dell’omelia, il Papa ha ricordato alcuni passaggi del magistero di papa Luciani:

Con il sorriso Papa Luciani è riuscito a trasmettere la bontà del Signore. È bella una Chiesa con il volto lieto, il volto sereno, il volto sorridente, una Chiesa che non chiude mai le porte, che non inasprisce i cuori, che non si lamenta e non cova risentimento, non è arrabbiata, non è insofferente, non si presenta in modo arcigno, non soffre di nostalgie del passato cadendo nell’indietrismo. Preghiamo questo nostro padre e fratello, chiediamo che ci ottenga “il sorriso dell’anima”, quello trasparente, quello che non inganna: il sorriso dell’anima. Chiediamo, con le sue parole, quello che lui stesso era solito domandare: «Signore, prendimi come sono, con i miei difetti, con le mie mancanze, ma fammi diventare come tu mi desideri». Amen.

Al termine della celebrazione, prima di passare tra la folla sulla papamobile e sotto il sole che nel frattempo aveva fatto capolino, il Papa ha salutato tutti i pellegrini e «in modo speciale i fedeli di Venezia, Belluno e Vittorio Veneto, località legate all’esperienza umana, sacerdotale ed episcopale del Beato Albino Luciani». E poi ha invitato a rivolgersi in preghiera alla Vergine Maria, «perché ottenga il dono della pace in tutto il mondo, specialmente nella martoriata Ucraina. Lei, la prima e perfetta discepola del Signore, ci aiuti a seguire l’esempio e la santità di vita di Giovanni Paolo I».

«Cerimonia molto emozionante», ha commentato alla fine una pellegrina che, ripensando alla pioggia battente iniziale e poi all’arrivo del sereno ha sottolineato: «Come a Canale d’Agordo quanto venne Giovanni Paolo II: diluvio durante la Messa e sole subito dopo». E poi: «È stata una festa, anche l’arrivo del sole ha reso la giornata veramente gioiosa».

(fonte articolo e foto: sito internet diocesi di Belluno-Feltre)

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