
Lo scorso 14 settembre nella cattedrale di Santa Croce a Forlì il card. Angelo Becciu, prefetto della Congregazione per le cause dei santi, ha proclamato beata la venerabile Benedetta Bianchi Porro. Bianchi Porro era nata a Dovadola, in provincia di Forlì-Cesena, l’8 agosto 1936. Nel novembre dello stesso anno venne colpita da poliomielite e progressivamente si manifestarono i sintomi della malattia che lei stessa, studentessa in medicina, diagnosticò nel 1956 e che la portò alla morte. Mentre si susseguivano innumerevoli interventi chirurgici, Benedetta approfondì, grazie anche al rapporto con alcuni amici, la sua esperienza di fede e quanti andavano a trovarla o tenevano corrispondenza con lei rimanevano stupiti della certezza e della gioia che, pur nella sua condizione, riusciva a comunicare. Benedetta morì, a soli 27 anni, il 23 gennaio 1964 a Sirmione, alle 10.40, sussurrando “grazie” mentre in giardino fioriva una rosa bianca. Il suo messaggio di speranza è giunto in tutto il mondo attraverso libri tradotti in oltre venti lingue. A lei sono intitolati la scuola elementare, la scuola di musica e l’hospice di Dovadola, il corso di alta formazione in economia e management per le organizzazioni non profit dell’Università di Bologna sede di Forlì e una via nel quartiere di Bussecchio.