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CHIESA: a Trieste l'ultimo saluto al vescovo Ravignani

Il vescovo Crepaldi ha evidenziato la sua grande carità pastorale

CHIESA: a Trieste l'ultimo saluto al vescovo Ravignani

“Nel dare l'ultimo saluto a Mons. Eugenio Ravignani, i sentimenti che avvertiamo nel nostro cuore sono comparabili a quelli delle donne che, addolorate e smarrite, andavano a far visita al sepolcro di Gesù. A quelle donne, l'Angelo disse una parola inaudita, che cambiò la loro vita e la storia: Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto”. Con queste parole il vescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi ha iniziato l’omelia della liturgia di commiato al vescovo Eugenio Ravignani, questa mattina 21 maggio nella cattedrale di San Giusto a Trieste. “Rincuorati anche noi da queste parole – ha proseguito il Vescovo - guardiamo alla bara del vescovo Eugenio con gli occhi resi nuovi dalla fede nella risurrezione del Signore Gesù”.

"Gesù buon pastore è stato il punto di riferimento che ha inspirato e dato forma al suo ministero episcopale attraverso l'esercizio di un'incessante e infaticabile carità pastorale che è andata dispiegandosi in maniera feconda prima nella Diocesi di Vittorio Veneto poi qui in quella della sua Trieste" – ha osservato Crepaldi -. Che ha poi ricordato come la carità pastorale del vescovo Eugenio trovi un'eloquente conferma nel suo testamento spirituale dove scrive “Ho sinceramente amato la Santa Chiesa che è in Vittorio Veneto e non ho mai cessato di amarla. Mi aveva accolto con fiducia ed io ho cercato di servirla. Ho amato ed amo questa Santa Chiesa che è in Trieste. L'ho amata e l'amo nei suoi sacerdoti…. L'ho amata nei religiosi… con tutte le religiose consacrate a Dio… Ho amato ed amo ancora questa Chiesa in cui vivono fratelli italiani e sloveni che, insieme, nel rispetto delle diversità di lingua e di cultura, danno testimonianza di unità nella fedeltà a Cristo e al vangelo. Di tutti, con il medesimo amore, ho voluto essere padre e pastore”.

Quindi il vescovo di Trieste ha messo in luce come la carità pastorale di Ravignani “ebbe le braccia aperte, nei modi di un dialogo composto e rispettoso, verso gli orizzonti dell'incontro ecumenico e interreligioso, connaturali alla realtà tergestina”.

“Caro vescovo Eugenio – ha concluso Crepaldi - immediatamente dopo questo rito funebre sarai sepolto qui in Cattedrale, accanto alle tombe di mons. Antonio Santin e di mons. Lorenzo Bellomi: il primo ti ordinò presbitero il 3 luglio del 1955 e morì mentre tenevi la sua mano nella tua; il secondo ti ordinò vescovo il 24 aprile del 1983. Scrivi nel tuo testamento: "A questi esempi di vescovi, che mi sono stati padri, ho voluto essere fedele, ispirando al loro esempio il mio servizio episcopale a Trieste. Anche se ero ben consapevole di non avere la fortezza del primo e nemmeno la bontà del secondo. Ma alla loro eredità d'amore ho voluto rimanere fedele"…  Personalmente ti sono grato per il penultimo nostro incontro quando, pur indebolito e dolorante, mi hai assicurato la tua preghiera, hai benedetto il mio ministero e mi hai confidato di offrire le tue sofferenze per la Chiesa”.

Al termine della celebrazione, mons. Crepaldi ha letto il messaggio del card. Parolin, attraverso il quale papa Francesco ha voluto esprimere la sua partecipazione al lutto della comunità ecclesiale, ricordando il ministero di mons. Ravignani nella diocesi di Vittorio Veneto e poi di Trieste. Il Papa ha assicurato la personale preghiera di suffragio per il defunto mons. Ravignani, affidandolo all'intercessione della beata vergine Maria, e la sua apostolica benedizione su quanti hanno partecipato alla celebrazione.

Prima dei riti finali, il vescovo Pizziolo ha voluto prendere la parola per esprimere il grazie per il dono che è stato mons. Ravignani per la diocesi di Vittorio Veneto, di cui fu vescovo dal 1983 al 1997: "Il suo - ha detto il vescovo Corrado - è stato un servizio episcopale di grande qualità, che ha lasciato un profondo segno: ha lasciato germogli di bene che continuano tuttora e di cui posso dare franca testimonianza".

Alla messa di commiato, presieduta da mons. Crepaldi, hanno concelebrato, insieme a numerosi sacerdoti, anche il vescovo di Udine, mons. Mazzocato, il vescovo di Gorizia, mons. Radaelli, e il vescovo emerito di Concordia-Pordenone, mons. Poletto, che fu vicario generale di Ravignani a Vittorio Veneto. Era presente anche una rappresentanza della nostra diocesi: il vescovo Corrado Pizziolo, che abbiamo già citato, don Giuseppe Nadal, segretario per otto anni, don Angelo Arman, segretario per sei anni, Elio Cao, diacono, Silva De Luca, vergine consacrata, Gianluigi Manighetti, presidente della Consulta della aggregazioni laicali, Renzo Cavezzan, segretario del consiglio pastorale diocesano, Francesca Zabotti, ex-presidente diocesana di Ac, Nicla De Polo, e cinque sacerdoti tra quelli ordinati da mons. Ravignani: don Gian Pietro Zago, don Pietro Bortolini, don Giuseppe Gerlin, don Walter Gatti e don Pierluigi Cesca. Presente anche il sindaco di Vittorio Veneto Antonio Miatto.

  

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