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CHIESA: le feste dei santi e dei morti siano autentica esperienza di rinnovamento spirituale

Lo scrive in una lettera il Penitenziere maggiore

CHIESA: le feste dei santi e dei morti siano autentica esperienza di rinnovamento spirituale

"In questi giorni santi, sia nella riflessione personale, cui siamo universalmente spinti dalla affettuosa commemorazione dei nostri cari defunti, sia nella custodia della meditazione e della preghiera, siamo chiamati ad attingere copiosamente all’inesauribile tesoro della Comunione, che ha una sua particolare declinazione nella realtà dell’Indulgenza". Così scrive il penitenziere maggiore card. Mauro Piacenza in una lettera in occasione della Solennità di Tutti i Santi e della commemorazione dei fedeli defunti. E spiega: "Cooperare con la partecipazione all’Eucarestia, con la propria preghiera, con la propria penitenza e la pratica dell’elemosina, con le opere di misericordia, alla grande grande opera della Redenzione compiuta da Cristo, significa lasciarsi inserire dalla grazia, con il concorso della propria libertà, nell’opera stessa della Trinità, che, dalla creazione all’Escathon, passando attraverso la prima alleanza e la redenzione operata dal Figlio, chiama tutti gli uomini alla piena comunione con sé... Attingere in questi giorni santi al tesoro della misericordia della Chiesa, attraverso il pio esercizio dell’Indulgenza, applicabile a se stessi o ad un fedele defunto, significa anche rinnovare la propria fede attraverso il sacramento della Riconciliazione, la Comunione sacramentale ricevuta con le debite disposizioni e la professione del Credo della Chiesa, unitamente alla preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice... Nello stesso tempo, come per ogni atto umano – e a maggior ragione per gli atti che incidono sulla sfera religiosa –, compiendolo viene irrobustita la propria fede: piegando umilmente le ginocchia nel confessionale, confessando con cuore contrito tutti i propri peccati ed implorando la Divina Misericordia, non solo il fedele accoglie la grazia soprannaturale della Riconciliazione, ma con tale gesto riafferma anche per se stesso la propria fede, vedendola così rafforzata e irrobustita, oggettivamente per via della grazia e personalmente in forza del concorso della propria libertà". Piacenza conclude con l'augurio che "i giorni che ci attendono siano un’autentica esperienza di rinnovamento spirituale, nella quale, riscoprendo la verità della nostra fede, declinata anche nella semplicità degli atti che la tradizione spirituale suggerisce, possiamo vedere aperto il nostro cuore ad accogliere, ancora e sempre, quei doni di grazia che lo Spirito sempre elargisce alla Chiesa".

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