CHIESA: riflessione sullo scambio della pace con lo sguardo
A cura di don Luca Martorel
“Quando alcune settimane fa la Cei ha indicato la nuova proposta dello scambio della pace liturgico con uno sguardo accompagnato dal saluto “La pace sia con te”, la mia prima reazione è stata: “È tanto noi che lo facciamo!”, celebre espressione del degàn de Oderzo mons. Visintin, quando la Chiesa concesse di ridurre il digiuno eucaristico dalla mezzanotte a tre ore prima della comunione. Ogni sacrestia ha la sua liturgia. Di solito si usa questa simpatica espressione per mettere in risalto le differenze un po’ naif nel celebrare i sacramenti. Ma non tutte sono differenze o tradizioni negative”. Inizia così la riflessione di don Luca Martorel sullo scambio della pace con lo guardo pubblicata nell’Azione di domenica 7 marzo. “È giusto valorizzare le diverse forme che ogni comunità ha di esprimere la propria fede nell’alveo dell’unica Tradizione della Chiesa – prosegue don Luca -. La liturgia è sempre azione di Dio per la salvezza degli uomini e, proprio perché è per gli uomini, vanno tenute in grande considerazione le persone a cui essa si rivolge poiché l’assemblea radunata per i sacramenti è il corpo di Cristo, cioè la Chiesa radunata attorno al suo Signore. Nella mia comunità cristiana, sentendo il peso della mancanza del gesto dello scambio di pace, già da tempo abbiamo iniziato l’uso di questa nuova modalità che ha riscontrato un notevole apprezzamento”. La riflessione continua nell’edizione cartacea.
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