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CHIUSURA IDEAL STANDARD: lettera del sindaco Cesa a Mattarella e Draghi

"Come dovrò comportarmi nei prossimi mesi nel gestire questa situazione drammatica con centinaia di famiglie angosciate?"

CHIUSURA IDEAL STANDARD: lettera del sindaco Cesa a Mattarella e Draghi

Lettera aperta la Presidente del Consiglio Mario Draghi e al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Io, Stefano Cesa, da tre anni sindaco di Borgo Valbelluna e per 10 anni sindaco di Mel, mi rivolgo direttamente al Presidente del Consiglio Draghi e al Presidente della Repubblica Mattarella, chiedendo a loro come dovrò comportarmi nei prossimi mesi nel gestire questa situazione drammatica con centinaia di famiglie angosciate, già stremate dalle incertezze subite in tutti questi anni, nell’impossibilità di garantire una dignitosa entrata economica per il sostentamento della famiglia e nell’impossibilità di prospettare un futuro meno incerto per i loro figli. Tante criticità, non da ultimo il Covid, nella mia esperienze amministrativa, assieme ai miei collaboratori, ho sempre affrontato con determinazione, spirito di servizio e piene fedeltà alle Istituzioni, ma ora, di fronte a questo dramma sociale che si prospetta nel mio Comune chiedo a Voi quali sono i compiti, gli strumenti e, permettetemi, anche il senso del mio mandato da Sindaco.

Ceramica Dolomite e Zanussi, oggi Ideal Standard e Acc, sono due aziende storiche, nate negli Anni Sessanta grazie ai fondi pubblici nel nome del riscatto del nostro territorio dalla terribile tragedia del Vajont che, nel 1963, lo aveva straziato ma non aveva piegato le nostre genti.
Oggi, di tutto questo, di tutto quello che queste due aziende hanno sempre rappresentato nel corso di decenni passati quali punti di riferimento per le loro competenze tecniche, per la qualità dei loro prodotti, per la saggezza della loro gestione, di tutta la prosperità economica e la crescita sociale, cultura e morale che queste due aziende hanno garantito per l’intera provincia: oggi di tutto questo non rimane più nulla. Rimane solo una grande umiliazione e frustrazione per il senso di abbandono dalle istituzioni centrali e una colossale presa in giro per questi lavoratori, le loro famiglie, per questo territorio e le sue istituzioni, per questa comunità. E purtroppo diventa ancora più lampante l’incapacità della politica, sempre più evasiva nel difendere i propri cittadini, di promuovere e sostenere nuovi modelli economici o comunque modelli basati sull’industria reale, fatta di competenze, creatività, prodotti, qualità e laboriosità, e non sulla speculazione finanziaria.
Ma perché siamo arrivati a tutto questo? Dov'è la politica industriale fatta di scelte e programmazione? Forse quello che stiamo vivendo oggi a Borgo Valbelluna è solo la naturale conseguenza del declino politico e industriale, che negli ultimi decenni, sta attraversando questo nostro Paese, che oggi tocca a noi ma domani potrà colpire tanti altri territori sparsi in tutto il bel Paese.

Chiudo ancora rivolgendomi alle massime cariche della nostra Repubblica. Siate certi che io e i miei cittadini non possiamo accettare in silenzio tutto questo! Non possiamo, non vogliano, non dobbiamo permettere la desertificazione di questi due stabilimenti che non sarà solo industriale, ma anche civile e sociale, perché accompagnata da un impoverimento ed indebolimento, anche demografico, della nostra comunità.
La nostra storia, la nostra cultura, la nostra voglia di fare e soprattutto la nostra dignità ci consentono anche ora di non abbandonarci alla rassegnazione, ma di continuare invece a lottare e coltivare sempre la speranza: una speranza operosa e lungimirante per fare di questa piccola periferia un grande laboratorio di innovazione economica, sociale ed istituzionale.

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