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COMBAI: Stefani, storica famiglia

Iniziarono con un'osteria 120 anni fa

COMBAI: Stefani, storica famiglia

Chi visita Combai, frazione di Miane, deve fare una sosta all’“Osteria al Contadin”, se vuole conoscere le vecchie tradizioni di quella terra. Qui non solo si possono gustare piatti e i bicchieri di vino della più genuina tradizione, ma si possono ascoltare anche le storie e le poesie del “Poeta Contadin”, Diego Stefani.
La storia incomincia 120 anni fa nel 1880 con Davide Stefani che apre a Mel, in Valbelluna una osteria dove si beve il vino di Combai, ma si assaporano anche i suoi marroni, il suo miele, i suoi salami e le sopresse. Chiuso questo locale, l’attività continuò con Pietro, figlio di Davide, che nel 1900 apre a Combai un’osteria dove si trova ancora oggi, che chiamò con un nome più nobile di “Locanda al Cacciatore” anche se gli abitanti di Combai la chiamavano semplicemente “Da Lisa”, la moglie di Pietro. Qui gli uomini si incontravano per bere qualche “ombra”, giocare a carte e chiacchierare, secondo la tradizione delle osterie venete. Fare il contadino e nello stesso tempo l’oste era un modo rafforzare gli scarsi guadagni provenienti dalla poca terra disponibile, come quella della famiglia Stefani.
Il salto di qualità che diede un vero nome all’anonima osteria, fu fatto da Diego con la moglie Carla che la ereditò nel 1972. L’osteria divenne una trattoria che insieme al vino offriva piatti a base di insaccati prodotti dalla famiglia e dai contadini del posto. Mantenne, però, la fisionomia della vecchia osteria e per questo prese il nuovo nome di “Osteria al Contadin”. Il “contadin” era Diego che si concentrò soprattutto sulla produzione del vino, lasciando alla moglie la gestione della cucina, in particolare cercò di rivalutare una varietà autoctona di Verdiso. Fu una vera sfida perché pochi credevano che da quella vite che cresceva sulle magre colline, si potesse ottenere qualcosa di speciale. Invece Diego riuscì a vinificare in purezza e ottenne un Verdiso molto apprezzato ancora oggi nella varietà di tranquillo e frizzante. Visto il successo, Diego si cimentò in un’altra sfida con la produzione di un taglio bordolese, Merlot e Cabernet, denominato 500 perché proveniente da vigneti che si trovano a 500 metri di altezza, una condizione estrema che conferisce caratteristiche uniche a questo vino rosso.
Oggi l’azienda agricola, grazie a questi successi, si è ampliata e produce, a conduzione biologica, diverse varietà di vino, con l’immancabile Prosecco, ma continuando anche, in terra di bianchi, la produzione dei rossi. La passione per il vino non diminuì quella della buona cucina che continuò a svilupparsi diventando oggi un agriturismo gestito dalla figlia Laura.
Ma il punto di riferimento resta sempre Diego, che nel frattempo è diventato anche il “Poeta Contadin”. La poesia è sempre stata una sua passione che si esprimeva nell’unica lingua che conosceva, il duro dialetto della Pedemontana. La coltivava per un bisogno personale, ma anche per completare con i versi il menu della trattoria. Finché fu notato da qualcuno che lo spinse a pubblicare le sue carte scarabocchiate e a declamare le sue composizioni non solo tra le mura della osteria ma anche in sale e teatri sempre gremiti di gente. GpM

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