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Cisl Belluno Treviso ricorda Giuseppe Corazzin a 90 anni dalla morte

A 90 anni dalla sua morte, la Cisl di Treviso e Belluno ricorda la figura di Giuseppe Corazzin, uomo delle lotte agrarie e delle “leghe bianche”, un uomo straordinario che, seppure morto in giovane età, ha lasciato una grande eredità anche per il mondo sindacale.

Cisl Belluno Treviso ricorda Giuseppe Corazzin a 90 anni dalla morte

A 90 anni dalla sua morte, la Cisl di Treviso e Belluno ricorda la figura di Giuseppe Corazzin, uomo delle lotte agrarie e delle “leghe bianche”, un uomo straordinario che, seppure morto in giovane età, ha lasciato una grande eredità anche per il mondo sindacale.

Corazzin, formatosi alla scuola dei dirigenti della Diocesi di Treviso guidata dal vescovo Andrea Giacinto Longhine dal direttore della Vita del Popolomonsignor Angelo Brugnoli, si dedicò all'organizzazione sindacale tra i braccianti, dei mezzadri e i contadini della Marca Trevigiana.

Ecco il ricordo del Segretario Generale Franco Lorenzon, letto ieri di fronte alla lapide di Corazzin, nel cimitero di San Lazzaro.

"A 90 anni dalla sua morte, la Cisl di Treviso e Belluno è qui, davanti alla sua tomba, a ricordare Giuseppe Corazzin, l’uomo delle lotte agrarie e delle “leghe bianche” per chi ne ha avuto una sommaria descrizione, un “uomo straordinario” per chi ha avuto modo di conoscere più da vicino la sua vita e la sua attività.

E’ vissuto per soli 35 anni, ma il suo impegno è stato eccezionale: politico capace, giornalista preparato, onesto amministratore pubblico, grande sindacalista. Ma soprattutto un cristiano coerente, un formatore vicino alla gente, un militante sempre attivo, un leader riconosciuto, un grande organizzatore.

E’ morto da sconfitto, perché la sua attività politica, giornalistica e sindacale non gli sopravvissero, ingoiate da quel ventennio fascista che tante tragedie provocò a lui e al popolo italiano.

Fu portato alla tomba per i postumi di un’aggressione fascista, che nell’ottobre 1924 gli aveva sottratto il figlio ancora in grembo della madre, dopo che nel precedente mese di giugno un’analoga aggressione aveva provocato la morte del più noto Giacomo Matteotti.

E’ stato il prezzo che ha pagato ai suoi ideali, alla sua coerenza, al suo amore per quel popolo di cui aveva scritto: “Povero popolo, quanti delitti si commettono sul tuo nome! Siamo qui per servire il popolo e non per servircene”!

Il Beato Andrea Giacinto Longhin – vescovo di Treviso – così scrisse di lui nel 1926: “Giuseppe Corazzin fu dopo la guerra uno dei nostri cattolici più benemeriti, cattolico di fede  purissima e di pratica edificante: un giovane che ha sacrificato tutto alla giusta causa”.

Ma anche il socialista Tonello – avversario come lo poteva essere chi aveva vissuto in un periodo di feroce scontro ideologico – ebbe modo di ricordarlo così dai banchi dell’Assemblea Costituente: “Ci furono scontri, ci furono dei contrasti, perché ciascuno di noi sentiva dentro il proprio animo una diversa concezione del domani: ma poi finimmo anche per intenderci nel campo dell’azione, insieme avemmo gli stessi palpiti di fronte al bisogno del proletariato dei campi, di fronte ai bisogni delle classi lavoratrici”.

 Caro Giuseppe, la tua breve vita non è passata invano.

In un periodo, come quello odierno, affollato di vuoti e interessati predicatori, il tuo esempio e la tua testimonianza brillano nel nostro ricordo e nella nostra volontà di proseguire nel solco da te tracciato. Fedeli agli ideali e coerenti nei comportamenti".

Cisl Belluno Treviso ricorda Giuseppe Corazzin a 90 anni dalla morte
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