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Dalla lotta ai falsi dop/igp nuovi posti di lavoro nella Marca

Ecco tutte le produzioni dop e igp trevigiane che potrebbero ricavarsi più spazi nei mercati internazionali dove entrano tarocchi e falso made in Italy.

Dalla lotta ai falsi dop/igp nuovi posti di lavoro nella Marca

“Dalla lotta alla contraffazione e alla falsificazione dei prodotti alimentari italiani di qualità potrebbero nascere migliaia di nuovi posti di lavoro anche in provincia di Treviso”. Ecco quanto sostiene Walter Feltrin, presidente di Coldiretti Treviso che vede nei tarocchi non solo un danno alla commercializzazione dei prodotti made in Italy e alla loro istintività, ma anche un danno all’occupazione. Il presidente della più grande organizzazione agricola della Marca trevigiana commenta l’analisi della Coldiretti presentata in queste ore ad Expo in occasione della firma del protocollo d'intesa siglato tra il Ministero delle Politiche Agricole e le associazioni della grande distribuzione per garantire una migliore informazione dei consumatori e favorire nei punti vendita una più facile individuazione dei prodotti a Denominazione di origine. L’Italia è il Paese più forte al mondo per prodotti ‘distintivi’ con 271 prodotti a denominazione Dop e Igp (cui vanno aggiunte due Specialità agroalimentari tradizionali - Stg), per un totale di circa 90mila addetti e 150mila ettari coltivati. Il valore della produzione è di 6,6 miliardi di euro, mentre il valore dell’export 2014 ammonta a 2,4 miliardi di euro, in crescita del 5 per cento rispetto all’anno precedente. A questi – continua la Coldiretti – vanno aggiunte le 523 denominazioni di origine per i vini e le 39 indicazioni per gli altri prodotti alcolici, con 200mila produttori e 350mila ettari di vigneti, per un valore della produzione di 7,1 miliardi di euro, oltre ai 4,3 miliardi di euro delle esportazioni. Il tutto per un fatturato al consumo di 13,5 miliardi di euro.

“Questi fenomeni sono davvero significativi per una provincia come quella trevigiana che è l’areale per molti prodotti a marchio certificato – sottolinea Antonio Maria Ciri, direttore di Coldiretti Treviso – Nella Marca si possono produrre formaggi Dop come la Casatella Trevigiana, l’Asiago, il Montasio, il Grana Padano, ma anche l’olio extravergine di oliva Veneto del Grappa dop, L’asparago bianco di Cimadolmo Igp, gli asparagi di Badoere Igp, il radicchio rosso di Treviso e variegato di Castelfranco Igp, il Marrone del Combai Igp e il Marrone del Monfenera Igp per non parlare dei tantissimi vini doc e docg invidiateci in tutto il mondo. Si capisce bene che ostacolare la crescita di questi prodotti nei mercati internazionali significa compromettere l’aumento di posti di lavoro nel settore agricolo e agroalimentare oltre che nell’indotto che va dalle attrezzature agricole alla comunicazione declinata in vari modi”.    

A frenare lo slancio offerto da questi “gioielli” del made in Italy  è il fenomeno dell’italian sounding che nell’alimentare fattura oltre 60 miliardi di euro, quasi il doppio del valore delle nostre esportazioni agroalimentari.

“Due prodotti alimentari di tipo italiano su tre in vendita sul mercato internazionale – conferma Walter Feltrin, presidente della Coldiretti trevigiana - sono il risultato dell’agropirateria internazionale. In testa alla classifica dei prodotti piu’ taroccati secondo la Coldiretti ci sono i formaggi  partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano che ad esempio negli Stati Uniti in quasi nove casi su dieci sono sostituiti dal Parmesan prodotto in Wisconsin o in California.

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