
È molto salato il conto della burocrazia e del malfunzionamento della macchina pubblica per famiglie e imprese italiane: almeno 225 miliardi all’anno. Lo afferma la CGIA di Mestre nella sua ultima indagine.
Burocrazia, ritardi e mancati pagamenti della PA, giustizia lenta, cattive infrastrutture, sprechi (soprattutto in sanità e trasporti pubblici) sono alla base di questi costi, che peraltro – specifica Cgia – non devono ridimensionare le eccellenze che comunque esistono.
Cgia offre anche alcuni riferimenti per dare una dimensione di quanto siano 225 miliardi:
- più del doppio dell’evasione tributaria e contributiva (circa 100 miliardi all’anno)
- quasi il doppio della spesa sanitaria italiana (circa 130 miliardi)
- poco meno dei soldi che l’Italia dovrà spendere con il Pnrr entro il 2026 (235 miliardi).
Quanto ai servizi pubblici, nonostante l’aiuto offerto sempre più dalle tecnologie informatiche, la qualità offerta dalla Pubblica Amministrazione resta molto scadente: l’Italia è 23ma tra i 27 paesi UE per qualità. Peggio di noi solo Romania, Portogallo, Bulgaria e Grecia.