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ECONOMIA: preoccupa la proroga dei contratti

L'allarme di Vendemiano Sartor (Confartigianato Marca Trevigiana)

ECONOMIA: preoccupa la proroga dei contratti

Serve un correttivo urgente alla proroga “forzata” dei contratti a tempo determinato e delle somministrazioni a termine. Confartigianato Imprese Marca Trevigiana chiede l’immediata modifica dell’art. 93 comma 1 bis della L.77/2020 o almeno una circolare ministeriale interpretativa.
«Il 10% della forza lavoro trevigiana», spiega il presidente Vendemiano Sartor, «vedrà prorogato per legge e non per scelta del datore di lavoro, il proprio contratto per una durata di almeno otto settimane, che è l’attuale media di utilizzo degli ammortizzatori sociali registrata nel settore».
La legge 17 luglio 2020, n. 77 di conversione del D.L, n. 34 (c.d. Decreto Rilancio), ha modificato l’art. 93 aggiungendo il comma 1-bis, che “in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da COVID-19” dispone la proroga “di una durata pari al periodo di sospensione dell’attività lavorativa” dei “dei contratti di lavoro a tempo determinato, anche in regime di somministrazione”.
Confartigianato chiede delle correzioni in particolare su tre aspetti. La possibilità di escludere i contratti a termine stagionali, sostitutivi, stipulati per appalti / commesse ormai conclusi dal novero di quelli che devono essere prorogati per legge.
Quindi la possibilità di escludere l’onere della contribuzione Inps aggiuntiva durante la vigenza della proroga di legge.
Infine, che sia chiarita come questa proroga vada in deroga alla serie di obblighi e limiti previsti dalla normativa ordinaria in materia di contratti a termine e che quindi le imprese applicando la novità siano esonerate dal rispetto di limiti sul numero massimo di terministi in forza, dallo sforamento della durata massima di 24 mesi e delle 4 proroghe massime e da agli altri vincoli di legge vigenti per i contratti a termine.
Nel mondo artigiano trevigiano, edilizia compresa, sono destinatari di questa novità i 3.200 lavoratori (14.000 complessivamente in Veneto), su un totale di 35.000, ai quali è applicato un contratto a tempo determinato o in somministrazione in forza alla data di entrata in vigore della legge.
«Si consideri che ci sono ad oggi picchi di assenza da lavoro per emergenza Covid-19 fino a 18 settimane e, laddove il decreto di agosto ne concedesse ulteriori settimane, il meccanismo di proroga, introdotto continuerebbe fino alla fine dell’anno a produrre i suoi effetti. Senza i correttivi richiesti circa 1.000 imprese artigiane e pmi trevigiane che hanno contratti a termine o di somministrazione in essere si devono inventare lavoro e fare i conti con il paradosso che per applicare questa novità di legge corrono il rischio di  incappare in violazioni derivanti dalla vigente normativa in materia di contratti di durata e di inaugurare una stagione di contenzioso tra le parti che andrebbe in contrasto con l’auspicato “rilancio” delle attività produttive».

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