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Fertilità, pensiamo per tempo

Ne parliamo nel nuovo numero de L'Azione.

Fertilità, pensiamo per tempo

Finalmente nel nostro Paese si ritorna a parlare di fertilità. Le tanto criticate “cartoline” promozionali del Fertility Day – diffuse e poi ritirate dal ministero della Salute – hanno avuto il merito di sollevare un confronto su capacità e limiti di riproduzione di donne e uomini. Al ministro della Salute Beatrice Lorenzin sta a cuore l’aspetto sanitario e sociale della questione: la fertilità umana è una risorsa scarsa e dobbiamo prenderne coscienza innanzitutto per regolarci di conseguenza nelle nostre scelte di vita e poi in secondo luogo per non dover ricorrere ad aiuti medici impegnativi, costosi e limitatamente efficaci. Il ministro non ha parlato di matrimonio o famiglia. E non ha invitato gli italiani a fare più figli per “salvare la Patria”. Certo, nel Piano nazionale per la fertilità ci sono dati e analisi sulla denatalità e le sue conseguenze anche economiche, e approfondimenti sull’atteggiamento sociale verso la procreazione. Ma nel Piano stesso è scritto che l’analisi dei fattori economici, culturali e sociali, che sono concause della contrazione della fecondità, esula dagli obiettivi del documento.L’intento del ministro è informare la popolazione che la fertilità nella donna non è eterna e oltre i quarant’anni si riduce di un ottavo. E che pure la fertilità maschile è messa seriamente a rischio da fumo, sedentarietà e scarsa prevenzione medica.Sono cose che si sanno già? Una volta forse, oggi no. Lo dimostrano le indagini demoscopiche: meno del 50% delle persone sa che l’età è il fattore prevalente nel determinare la fertilità femminile! Tantissime coppie dopo il primo figlio arrivato “avanti” con l’età (la media degli anni della donna al primo figlio è 32, quindi in molti casi si va oltre i 35) ne vorrebbero un secondo, ma l’orologio biologico lo impedisce. E lo confermano i fatti, come la quota sempre maggiore di donne che ricorre alla procreazione medicalmente assistita per poter concepire (con bassissime possibilità di successo con ovociti propri dopo i 40 anni).Le informazioni sulla fertilità vanno conosciute per tante ragioni. Ad esempio per adottare uno stile di vita che non sia ad esso nocivo. Oppure per fare quei controlli (tipo il varicocele) che permettono di risolvere dei problemi. Ma vanno conosciute anche (e soprattutto) per orientare la propria vita personale e di coppia. Molti fattori vengono presi in considerazione prima di decidere se mettere al mondo o meno un figlio: il lavoro, gli studi, la casa, i risparmi, l’esistenza di una rete familiare di supporto... Bisogna aggiungerci anche la fertilità. Che non è un fattore variabile e modificabile. Le sue “regole” – piaccia o no – sono lì a dirci che non è affatto vero che “il corpo è mio e lo gestisco io” ma ha delle “leggi” da rispettare. FCA questo tema è dedicato il nuovo numero del settimanale diocesano L'Azione.

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