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Finisce l'Anno santo ma non il bisogno di dare e ricevere misericordia

In diocesi la celebrazione di chiusura domenica 13 in Cattedrale.

Finisce l'Anno santo ma non il bisogno di dare e ricevere misericordia

Si avvia alla conclusione l’anno del Giubileo della misericordia. Un Giubileo straordinario, non previsto, arrivato all’improvviso per iniziativa di papa Francesco. Come spesso avviene, in questi casi ci si chiede che cosa resti e quale segno un evento del genere lasci nel mondo, nelle nostre comunità, in noi… Le aspettative iniziali erano grandi. Magari ci si aspettava che il Giubileo della misericordia portasse nel mondo un po’ più di pace e ravvivasse profondamente il tessuto vitale delle nostre parrocchie. Se ripensiamo a cosa è accaduto durante quest’anno si deve constatare che le guerre e il terrorismo ci sono ancora. E le nostre comunità, almeno ad un primo sguardo, non sembrano particolarmente trasformate o – più evangelicamente – trasfigurate. Eppure quest’anno è stato scandito, a vari livelli, da molti avvenimenti ecclesiali che lo hanno decisamente animato. La nostra diocesi e pressoché tutte le parrocchie hanno vissuto celebrazioni, avviato percorsi di riflessione e compiuto dei gesti improntati alla misericordia... Si tratta di segni, che a volte hanno coinvolto molte persone e altre volte meno. Ma, come un seme, anche un piccolo segno può trasformarsi a suo tempo in frutto. L’anno della misericordia allora non finisce il 20 novembre. Non ci sta alle spalle ma davanti, nel futuro. Nella consapevolezza che la misericordia infinita di Dio non si esaurisce con il Giubileo ma apre sempre nuovi cammini.

In diocesi la celebrazione eucaristica di chiusura del Giubileo è fissata per domenica 13 novembre alle 15.30 in Cattedrale. A presiederla il vescovo Corrado. In programma anche un breve ma significativo momento di meditazione spirituale in musica, in preparazione (dalle 15) e come prolungamento della celebrazione stessa, finalizzato a rafforzare, nel cuore di tutti coloro che saranno presenti, il valore grande e l’importanza che l’anno di grazia, accolto e spiritualmente vissuto, ha avuto per tutti i credenti.
Alessio Magoga

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