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Floriano Zambon eletto presidente nazionale dell'associazione Città del Vino

"Ci attendono sfide nuove – dichiara il neopresidente -. Dobbiamo rafforzare il turismo enogastronomico a vantaggio di tutti i nostri territori".

Floriano Zambon eletto presidente nazionale dell'associazione Città del Vino

Si è conclusa domenica 18 ottobre con l'appuntamento dell'Assemblea dei Soci, la Convention delle Città del Vino che si è svolta a Genzano di Roma.

L'Assemblea, molto partecipata, ha visto molte novità: dal cambiamento dello Statuto (adesso ogni Città del Vino entra di diritto in Recevin, la rete comunitaria dei territori a vocazione vinicola), all'elezione del nuovo Presidente di Città del Vino, Floriano Zambon, Sindaco di Conegliano (TV). 

A 28 anni di distanza dalla fondazione  – era il 1987 – l’Associazione Nazionale Città del Vino fa un salto in Europa entrando in Recevin, la rete comunitaria dei territori vinicoli; che da oggi raggiunge un numero di mille municipi, dalla Grecia al Portogallo. Con un cambio di statuto approvato all’unanimità durante la Convention di Genzano ogni Comune italiano iscritto all’Associazione, da Barolo a Pantelleria, entra a far parte di un networkeuropeo che consentirà di promuovere con più forza politiche e progetti condivisi. La prima uscita pubblica della nuova fase di Recevin sarà a Bruxelles il prossimo novembre con l’elezione della Città del Vino Europea 2016, status di “Capitale Europea della Cultura Enologica” che verrà assegnato stavolta a un Comune italiano.

 A guidare la nuova fase di Città del Vino fino al 2018 è stato chiamato appunto Floriano Zambon, sindaco di Conegliano (Tv). Un ritorno in grande stile il suo, visto che Zambon – 53 anni, manager in un’industria meccanica – è già stato presidente dell’Associazione tra il 2004 e il 2006. Ma i tempi sono cambiati, le prospettive si sono allargate. “Ci attendono sfide nuove – dichiara il neopresidente -. Da una parte dobbiamo rafforzare il turismo enogastronomico a vantaggio di tutti i nostri territori, dall’altra puntare a una riqualificazione generale attraverso il nuovo strumento dei Piani Regolatori delle Città del Vino, andando a incidere sulla qualità dell’ambiente, dei servizi, delle economie locali. Con il nuovo ruolo europeo dell’Associazione – continua Zambon – cambia anche il peso delle nostre relazioni istituzionali. Si apre una nuova fase, oggi essere una Città del Vino è ancora più vantaggioso, si apre una porta in Europa”.

“L’ingresso dell’Italia in Recevin – commenta la segretaria generale delle Città del Vino Europee, la spagnola Carmen Ribes – è una notizia molto importante perché con i numeri e il peso che raggiungiamo riusciremo a far sentire con più forza la voce dei territori vinicoli presso le Istituzioni comunitarie. Inizia una fase nuova in cui si alleano le Città del Vino Europee portando avanti idee, posizioni, politiche e progetti non più circoscritti ai piccoli campanili, ma di ampio respiro. Tante reti di lavoro comune crescono”.

 “A novembre, con l’annuncio a Bruxelles della Città del Vino Europea 2016, titolo che sarà assegnato a un Comune italiano, ci presenteremo ufficialmente alle istituzioni comunitarie, presentando per l’occasione anche i progetti realizzati in questi anni”, ha aggiunto il portoghese Josè Callixto, sindaco di Reguengos de Montserrat, Città del Vino Europea 2015.

 La Convention di Genzano (Roma) si è conclusa con un atto di solidarietà nei confronti dei vignaioli del Sannio, colpiti dall’alluvione, e con l’annuncio della sede della prossima Convention di primavera, in programma ad aprile in uno dei territori del vino più belli al mondo, la Costiera Amalfitana.

Inaugurata in occasione della Convention sui Castelli Romani la nuova sede legale e di rappresentanza dell’Associazione, a Palazzo Sforza Cesarini, che ora riunisce i 450 Comuni italiani a vocazione vinicola. Per l'occasione, come gesto simbolico evocativo, è stata piantata una vite di oltre 2 metri sulla terrazza affacciata sul lago di Nemi e svelato al pubblico il tappeto di petali di garofani e gerbere che riproduce su scala gigante il logo delle Città del Vino

 Le Città del Vino hanno quindi una nuova “casa”. Dal 17 ottobre la sede di rappresentanza dell’Associazione si trasferisce a Palazzo Sforza Cesarini, a Genzano, ai Castelli Romani. La sede ospita anche il centro studi delle 450 Città del Vino e raccoglie la documentazione tecnica e progettuale sviluppata a partire dalla fondazione (era il 1987), in particolare progetti di gestione territoriale, piani regolatori, documenti sullo sviluppo locale e la sostenibilità dei territori. All’inaugurazione erano presenti il sindaco di Genzano, nonché coordinatore delle Città del Vino del Lazio, Flavio Gabbarini; l’on. Massimo Fiorio, vicepresidente della commissione agricoltura della Camera; il sottosegretario alla Pubblica Amministrazione, Angelo Rughetti; l’on. Ileana Piazzoni, segretario della commissione Affari Sociali della Camera. Insieme a loro i sindaci delle Città del Vino e il presidente Pietro Iadanza.

L’evento è stato salutato anche in modo floreale: Genzano, città dell’Infiorata, ha pensato bene di far realizzare in onore della Convention d’Autunno delle Città del Vino un tappeto di petali di gerani bianchi e rossi che riproduce il logo dell’Associazione, bagnato da una cascata di gerbere rosse, a simboleggiare il vino che scorre da una bottiglia gigante e la cui etichetta ripropone le regioni italiani; come apparse nel manifesto 2015 delle Città del Vino. La bella infiorata è stata realizzata, su commissione del comune di Genzano, dagli artigiani Luigi Ciampanella, Giuseppe Mancini e dai ragazzi della Bottega dell’Infiorata. Subito dopo l’inaugurazione sulla terrazza di Palazzo Sforza Cesarini, che si affaccia sul lago di Nemi, è stata piantata una vite di oltre 2 metri d’altezza a simboleggiare il legame sempre più forte di Genzano con la cultura e l’appartenenza alle Città del Vino. E infine presentata la mostra di disegni sul “mondo di formiche” di Fabio Vettori, artista trentino.

 “L’arrivo delle Città del Vino non è che il primo passo per una nuova funzione di Palazzo Sforza Cesarini, sempre più destinato ad attività culturali, formazione e progetti di sviluppo sostenibile”, ha dichiarato il sindaco di Genzano, Flavio Gabbarini.

 Inaugurata ai Castelli Romani la nuova sede legale e di rappresentanza dell’Associazione, a Palazzo Sforza Cesarini, che ora riunisce i 450 Comuni italiani a vocazione vinicola. Piantata una vite di oltre 2 metri sulla terrazza affacciata sul lago di Nemi e svelato al pubblico il tappeto di petali di garofani e gerbere che riproduce su scala gigante il logo delle Città del Vino

 Le Città del Vino hanno una nuova “casa”. Dal 17 ottobre la sede legale e di rappresentanza dell’Associazione si trasferisce a Palazzo Sforza Cesarini, a Genzano, ai Castelli Romani. La sede ospita anche il centro studi delle 450 Città del Vino e raccoglie la documentazione tecnica e progettuale sviluppata a partire dalla fondazione (era il 1987), in particolare progetti di gestione territoriale, piani regolatori, documenti sullo sviluppo locale e la sostenibilità dei territori. All’inaugurazione erano presenti il sindaco di Genzano, nonché coordinatore delle Città del Vino del Lazio, Flavio Gabbarini; l’on. Massimo Fiorio, vicepresidente della commissione agricoltura della Camera; il sottosegretario alla Pubblica Amministrazione, Angelo Rughetti; l’on. Ileana Piazzoni, segretario della commissione Affari Sociali della Camera. Insieme a loro i sindaci delle Città del Vino e il presidente Pietro Iadanza.

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