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Follina, turismo religioso in abbazia - Video

Imponente restauro con l'intervento della diocesi.

Follina, turismo religioso in abbazia - Video

Non avevamo mai sentito di un lavoro di restauro che inizia con un momento di preghiera. È quanto accaduto lo scorso 17 marzo nella foresteria dell’abbazia di Follina. Insieme al vicario generale don Martino Zagonel e ai frati Servi di Maria, progettisti e maestranze hanno rivolto una semplice preghiera al Signore per quanto si andava a iniziare ovvero il recupero e consolidamento statico di mura, solai, manto di copertura e controsoffitti dell’ala est (per capirci sopra la cappellina feriale e il negozio di articoli religiosi) allo scopo di ricavare una casa di ospitalità con 9 camere, per 22 posti-letto, sala da pranzo e soggiorno.

Si tratta del più importante intervento di restauro dal 1920 ad oggi, resosi necessario per le precarie condizioni di quest’ala del complesso, fino ad alcuni decenni fa destinata alle stanze dei religiosi e poi caduta nell’abbandono. Si tratta di circa mille metri quadri dove da quattro mesi stanno lavorando le qualificate maestranze dell’impresa Lorenzon Costruzioni srl di Pieve di Soligo, sotto la guida del progettista Fabio Nassuato e degli ispettori della Soprintendenza.

La tabella di marcia dice che si è al 20% dell’opera. La demolizione delle superfetazioni ha portato alla luce pezzi di affresco di epoca medievale e un arco. L’importo complessivo dei lavori è di un milione 200 mila euro. La Regione ha messo una cifra sostanziosa, 839 mila euro; al resto deve provvedere la parrocchia. Infatti quest’ala, insieme alla chiesa e al campanile, sono di proprietà della parrocchia, mentre l’ala ovest è dell’ordine dei Servi di Maria, il chiostro è bene demaniale e il refettorio è spazio promiscuo di Comune e parrocchia. Impegno troppo oneroso per la parrocchia racimolare i 377 mila euro mancanti. Per questo è stata la diocesi a farsi carico della spesa perché «il Vescovo ha ritenuto che la chiesa locale non potesse non collaborare a questo rilevante progetto per il quale la Regione ha stanziato una cifra considerevole » spiega il vicario don Zagonel.

È stato la stesso vicario a ricevere dal Vescovo l’incarico di seguire direttamente l’operazione-ala est. Così don Zagonel, insieme a un laico, ha iniziato a bussare alla porta di imprenditori della zona per presentare un progetto che non è solo architettonico: «È soprattutto un progetto di accoglienza di pellegrini, visitatori, studenti – spiega il vicario – ma anche di appassionati d’arte. Qui si farà non un turismo qualsiasi, ma un turismo religioso, che vuol dire, ad esempio, spazi di preghiera e possibilità di incontro con il carisma dei Servi di Maria». Venticinque gli imprenditori contattati finora. In quindici hanno risposto positivamente, cinque devono ancora dare una risposta, cinque si sono detti non interessati.

C’è chi dà denaro e chi materiale, per un totale, al momento, di 115 mila euro. Dal parroco padre Enrico Maria Rossi viene il grazie alla diocesi perché la creazione di una casa di ospitalità darà «la possibilità di promuovere l’accoglienza che rientra nello stile dei Servi di Maria». Da un punto di vista tecnico le sfide più impegnative dell’opera consistono nel coniugare sapientemente le tracce del passato con i materiali e le tecniche di costruzione moderne, e la razionalizzazione di tutti gli impianti tecnologici esistenti realizzati in tempi successivi (basti pensare che vi sono sette caldaie per il riscaldamento!). Ogni passo del restauro viene documentato con foto e video in modo da facilitare il lavoro a chi, un domani, dovrà intervenire in questa struttura. L’ospitalità dovrebbe iniziare nel 2017.

Don Martino Zagonel

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