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Franco Lorenzon: riflessioni sul dibattito interno al sindacato

L'opinione del segretario generale di Cisl Belluno-Treviso.

Franco Lorenzon: riflessioni sul dibattito interno al sindacato

“Le acque sindacali continuano ad essere agitate. Era inevitabile. La crisi riguarda tutti, tanto più il mondo del lavoro che rappresenta uno degli snodi cruciali del cambiamento.In particolare sta facendo discutere la proposta di Maurizio Landini  di dare vita ad una “coalizione sociale” finalizzata alla difesa dei diritti che il governo avrebbe sottratto ai lavoratori. Per capire bene dove il sindacato possa andare a parare, è bene fare un passo indietro e mettere a fuoco i due principali modelli sindacali italiani: quello della CGIL e quello della CISL.La “ragione sociale” della CGIL consiste nell’esser parte di un più ampio movimento della sinistra, di cui rappresenterebbe l’ ”anima sociale”. Prova ne è il fatto che fino a poco tempo fa i suoi gruppi dirigenti erano formati – per statuto - dalle tre componenti politiche di riferimento (comunisti/socialisti/terza componente).La “ragione sociale” della CISL consiste, invece, nell’organizzarsi come “associazione” di iscritti che difende i lavoratori attraverso la contrattazione.Con queste premesse, non è difficile considerare l’uscita di Landini tutt’altro che estemporanea e fuori dalla cultura della CGIL, la quale ne ha subito preso le distanze ma che non  può certo considerare la FIOM  un proprio  figlio “illegittimo”. Anzi, è proprio la FIOM che in questi ultimi anni ha dettato l’agenda politica  di tutta la Cgil. Secondo Landini, la differenza tra questi due modelli consisterebbe sostanzialmente tra chi fa vera politica di difesa dei lavoratori (anche se, per ora, non direttamente partitica) e chi rimane chiuso nella difesa di piccoli interessi aziendali.Noi riteniamo che dare voce al grande disagio che attraversa oggi il mondo del lavoro sia cosa certamente meritevole, ma che “alternare piazza e televisione”, come ha ben stigmatizzato Ilvo Diamanti,  non “ci azzecchi” molto col fare sindacato. Il compito di un sindacato degno di questo nome era e rimane quello di contrattare le condizioni di lavoro, di promuovere la massima occupazione, di difendere la dignità del lavoratore, di assicurargli il massimo delle tutele. Che sindacalista è mai quello che non riesce o, peggio,  non vuole  sottoscrivere alcun contratto di lavoro? Certo, potrebbe trattarsi anche di un contratto difficile e sofferto, ma la scorciatoia di “mettersi in politica”, alleandosi con Associazioni che poco hanno a che fare con il mondo del lavoro ed escludendo quelle che, invece, una qualche rappresentanza ce l’hanno, sarebbe un rimedio peggiore del male, un corto circuito tra due diverse tipologie di rappresentanza che non farebbe un buon servizio a chi lavora.Il sindacato può e deve cambiare, ma non guardando continuamente lo specchietto retrovisore.”Franco Lorenzon – Segretario Generale Cisl Belluno Treviso

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