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Gioco d'azzardo: no a nuove "macchinette"

Nel disegno di legge proposto da Paola Binetti regole stringenti per l'introduzione di nuovi giochi o piattaforme on-line.

Gioco d'azzardo: no a nuove "macchinette"

I giocatori d’azzardo patologici sarebbero in Italia tra i 500 e gli 800mila: è quanto emerso dall’incontro svoltosi ieri alla Camera dei Deputati, a Roma, in occasione della presentazione del libro del giornalista di “Avvenire”, Umberto Folena, dal titolo “L’illusione di vincere. Il gioco d’azzardo emergenza sociale” (Ed. Ancora). Presenti i parlamentari Paola Binetti (Udc), Lorenzo Basso (Pd), Matteo Mantero (M5S) insieme a Ezio Filippone, vicepresidente della Fondazione Unigioco.

Durante l’incontro si è discusso non soltanto della forte crescita del gioco d’azzardo legalizzato nelle sue varie forme (Lotto, Superenalotto, Gratta e vinci, slot machine, sale Bingo ecc.), ma anche della contraddizione che vede lo Stato allo stesso tempo interessato al gioco, che procura entrate fiscali per circa 8,5 miliardi l’anno, e responsabile di salvaguardare la salute dei cittadini, con reltivi costi sociali e sanitari.

Binetti, prima firmataria di un Disegno di legge per la prevenzione, cura e riabilitazione della dipendenza da gioco d’azzardo patologico, ha sottolineato che tale testo “si fonda su aspetti regolatori precisi e stringenti insieme a provvedimenti per la protezione dei minori e dei soggetti considerati ‘vulnerabili’”. Il Disegno di legge prevede un “piano nazionale” in favore delle persone colpite da “gioco patologico”, oltre ad una limitazione per 5 anni nell’introduzione di nuove “macchinette” o piattaforme on-line.

Il fatto che un terzo circa delle videolottery, le “macchinette” presenti nei bar, sia “scollegata o modificata” dice della gravità del fenomeno criminale che è presente nel campo del gioco d’azzardo: lo ha sostenuto il parlamentare M5S Matteo Mantero, che durante l’incontro ha parlato anche di “enorme regalo alla criminalità” con riferimento alla regolamentazione del gioco d’azzardo avvenuta a partire dal 2000.

Paola Garavaglia ha parlato invece di incongruenza di norme che impediscono di fare pubblicità alle sigarette e agli alcolici, in quanto dannosi alla salute, e al contrario la consentono per l’azzardo che si sta rivelando altrettanto pericoloso. Dal canto suo, l’autore del volume Umberto Folena ha ricordato come la stessa Antimafia consideri da anni il mondo dell’azzardo nel suo insieme a rischio di infiltrazioni criminali, parlando addirittura di un terzo del gioco in realtà gestito illegalmente. Ha anche ricordato come il sociologo Maurizio Fiasco, tra l’altro consulente della Federazione delle fondazioni antiusura, parli ormai da tempo dell’Italia come di un Paese in cui in 20 anni si è passati da una situazione di gioco nella media con gli altri Paesi a quella di “gioco industriale di massa”.

Fonte: AgenSIR
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