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Giovani, si beve per stare nel gruppo

Su L'Azione di questa settimana, l'esperienza di due operatrici nel campo della prevenzione e del recupero.

Giovani, si beve per stare nel gruppo

L'alcol e gli adolescenti: come stanno veramente le cose? Per provare a rispondere a questo interrogativo, abbiamo rivolto alcune domande a due persone che operano a Conegliano nell’ambito della prevenzione e del recupero, in stretta sinergia con il Dipartimento per le dipendenze dell’Ulss 7: Cinzia Caronda, educatrice della “Piccola Comunità”, e Sara Moro, psicologo psicoterapeuta della “Comunità Giovanile”.

Quali sono le principali caratteristiche dell’uso dell’alcol tra i giovani: quali fasce d’età, quali bevande, quali abitudini...?

«Si inizia a bere molto precocemente, a 13-14 anni – sostiene Sara –, e le occasioni e le modalità di assunzione dell’alcol sono le più svariate». Si beve un po’ di tutto ma con una certa preferenza per gli aperitivi e i drink a base di superalcolici. Anche i luoghi possono essere i più disparati: dalla discoteca alla casa degli amici, dal bar sino al pub all’aperto.

Si tratta di un fenomeno assai diverso rispetto all’alcolismo negli adulti? Quali le differenze?

Quello che emerge con forza è il fatto che «gli adolescenti bevono soprattutto insieme ad altri giovani – afferma Cinzia – ed è forse questo uno degli aspetti che li distingue maggiormente dalle forme di dipendenza degli adulti, che bevono per lo più da soli. Gli adolescenti, invece, bevono insieme, spesso fuori, in strada, per socializzare».

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