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I poveri accolti, ascoltati e aiutati

Pubblichiamo l'articolo del giornalista dell'Azione Federico Citron, tra i vincitori del concorso nazionale per giornalisti “8xmille Senza Frontiere”.

I poveri accolti, ascoltati e aiutati

Il giornalista dell'Azione Federico Citron è uno dei sei vincitori di “8xmille Senza Frontiere”, la Selezione nazionale per giornalisti e collaboratori dei periodici aderenti alla Federazione Italiana Settimanali Cattolici (Fisc), promosso dalla stessa Fisc e dal Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica (Spse) della Cei. Il premio, giunto alla quarta edizione, prevede un riconoscimento economico ai giornalisti premiati e alla rispettive testate; inoltre i 6 giornalisti selezionati parteciperanno a un viaggio-reportage offerto dal Spse in una destinazione estera raggiunta dall’8xmille, per documentare un progetto, un’opera o un’attività realizzati anche grazie a questi fondi. Pubblichiamo l'articolo vincitore comparso sull'Azione del 15 dicembre 2013.

I poveri accolti, ascoltati e aiutati

Ci sono ancora, tra noi, servi inutili. Cioè senza rivendicazioni, senza pretese. Servi la cui sola gloria è di aver servito. Inutili ma promotori di servizi utili a chi è rimasto indietro. Li trovi, ad esempio, ai centri d’ascolto. Dove dedicano tempo, energia e tanta pazienza, per risolvere continue emergenze: un appartamento da trovare dopo lo sfratto, la bolletta della luce da pagare, il lavoro che manca...

«Il lavoro, il lavoro, questa è l’emergenza di oggi», sottolinea Ida Bellina, una delle colonne del centro d’ascolto della forania di Vittorio Veneto. Quello vittoriese è uno dei centri “storici”, forse il primo ad essere stato messo in piedi 17 anni fa in via Pontavai a Meschio. Lo volle un prete che aveva scelto di stare con gli ultimi per farsi ultimo: il compianto don Vittorino Favero.

«All’inizio – ricorda Ida – venivano molti italiani con problematiche di varia natura: tossicodipendenza, alcolismo, conflitti di coppia... Poi è arrivata la prima ondata di stranieri che avevano necessità molto concrete: casa e mobili. Dopo qualche anno sono cominciati i ricongiungimenti, quindi si sono costituite le famiglie con le problematiche connesse. Gli ultimi anni sono segnati dalla crisi economica, che ora sta riguardando anche gli italiani. La Chiesa diocesana ha risposto a questa emergenza prima con il Fondo di solidarietà e poi con il progetto “5 pani e 2 pesci”».

Da qualche tempo la sede del centro è in via Dante 159, sempre a Meschio. È un edificio acquistato dalla diocesi una quindicina di anni fa e ristrutturato, grazie ai fondi dell’8x1000, tra il 2011 e il 2012. Al piano terra ci sono gli spazi accoglienti del centro d’ascolto (ufficio, sala “d’attesa”, disbrigo, servizio) e un magazzino, mentre ai piani superiori sono stati ricavati quattro appartamenti per la prima accoglienza (tre sono utilizzati per famiglie, uno – da sei posti-letto – per l’ospitalità di uomini). La gestione degli appartamenti, però, non è curata dal centro d’ascolto ma dalla Caritas diocesana.

«Abbiamo “riaperto” la sede di via Dante il 1º settembre 2012. Attualmente i volontari sono una quindicina e assicurano l’apertura nei giorni di lunedì, mercoledì e sabato. Il primo e il terzo venerdì del mese sono dedicati al progetto “5 pani e 2 pesci” con il quale la Caritas aiuta economicamente persone in difficoltà chiedendo in cambio la disponibilità a realizzare dei lavoretti alla cooperativa Fenderl, all’Anfass, al Piccolo Rifugio, alla Consolata, nelle parrocchie. Con coloro che richiedono di essere inseriti nel progetto facciamo un colloquio, quindi chiediamo una relazione ai servizi sociali che attesti la situazione di bisogno. Le richieste sono in crescita». Ma la priorità dei volontari resta la cura delle relazioni. Una priorità che talora costa fatica.

«Non è facile entrare nella mentalità degli stranieri – spiega Ida –. Provengono da Paesi con storie e culture molto diverse e questo rende complessa la relazione. Non so se esistano “scuole” per imparare a rapportarsi con le varie etnie: noi l’esperienza l’abbiamo maturata “sul campo” incontrando e confrontandoci con le persone concrete».

I volontari cercano di accompagnare non solo persone alle quali mancano i mezzi di sussistenza, ma anche uomini e donne che manifestano condizioni di solitudine: «È un’emergenza molto seria – osservano – e quando veniamo a conoscenza di situazioni di questo tipo avvisiamo parrocchie e associazioni affinché cerchino di coinvolgere le persone che si sentono sole». Servi la cui sola gloria è di aver servito. Così abbiamo definito i volontari. Non sono tanti i grazie che gli operatori Caritas ricevono per quanto fanno. E questo rende ancor più degno di lode quanto fanno.

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