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ITALIA: imprenditori immigrati, la pandemia non frena la crescita

Nel 2020 +2,3% imprenditori immigrati, cresce soprattutto l’Est Europa

ITALIA: imprenditori immigrati, la pandemia non frena la crescita

 

Uno studio della Fondazione Leone Moressa, istituto di ricerca creato e sostenuto dalla CGIA di Mestre, su dati Infocamere fotografa la situazione al al 31 dicembre 2020, osservando la presenza di imprenditori nati all’estero e le dinamiche in corso nell’ultimo anno e negli ultimi dieci. Nonostante la pandemia, continua la crescita di imprenditori immigrati.

740 mila imprenditori. Nel 2020 gli imprenditori nati all’estero sono 739.568, con un’incidenza del 9,8% rispetto al totale (valore in costante crescita rispetto al 7,1% del 2011).

Volgendo lo sguardo agli ultimi dieci anni, appare evidente la differenza tra nati in Italia (-8,6%) e nati all’estero (+29,3%). Anche nel 2020, nonostante l’emergenza sanitaria, il numero è aumentato (+2,3%), mentre quello dei nati in Italia è rimasto invariato (-0,02%). 

Primato per la Cina, ma cresce l’Est Europa. La Cina si conferma il primo paese (75.906 imprenditori), in lievissima crescita rispetto all’anno precedente (+0,5%). Anche Romania e Marocco contano più di 70 mila imprenditori. Sommando queste tre nazionalità arriviamo a quasi il 30% di tutti gli imprenditori nati all’estero. Nell’ultimo anno gli aumenti più significativi si sono registrati tra le comunità dell’Est Europa: Romania (+3,6%), Albania (+6,0%), Moldavia (+8,6%), Ucraina (+5,2%). In crescita anche Nigeria (+8,2%), Pakistan (+5,1%) ed Egitto (+3,8%). Rallentano invece Bangladesh (+1,7%) e India (+2,4%), nazionalità che erano cresciute fortemente nell’ultimo decennio.

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Uno su tre nel Commercio. Il 32,8% degli imprenditori di origine immigrata opera nel Commercio. Seguono i Servizi (23,4%) e le Costruzioni (21,4%). Prendendo in considerazione invece l’incidenza degli immigrati per ciascun settore, il comparto in cui la componente straniera ha il peso maggiore è l’edilizia, con il 16,0%. Seguono commercio (13,4%) e Ristorazione (12,2%). Nell’ultimo anno i settori in cui gli imprenditori immigrati sono aumentati maggiormente sono Agricoltura (+4,6%) e Costruzioni (+4,3%).

Presenza più forte al Centro-Nord. La prima regione per numero di imprenditori stranieri è la Lombardia, con oltre 157 mila unità (oltre un quinto del totale nazionale). In questo caso, la componente immigrata rappresenta l’11,6% dell’imprenditoria complessiva. La seconda regione è il Lazio, con oltre 89 mila imprenditori: qui si registra l’incidenza più alta in assoluto (13,0%). Seguono poi tre regioni con oltre 60 mila imprenditori stranieri: Toscana, Emilia-Romagna e Veneto. Generalmente l’incidenza è superiore alla media in molte regioni del Centro-Nord.

Nell’ultimo anno gli imprenditori immigrati sono aumentati in tutte le regioni, e ben 7 regioni hanno registrato incrementi maggiori del 3%: Lazio, Piemonte, Liguria, Puglia, Trentino Alto Adige, Umbria e Basilicata.

A livello provinciale, in termini assoluti le concentrazioni più importanti di imprenditori immigrati sono nelle grandi città: Milano, Roma, Torino e Napoli. Se invece consideriamo l’incidenza sul totale imprenditori, il picco massimo si raggiunge a Prato, dove il 24,4% degli imprenditori è straniero. Altre tre province segnano un valore al di sopra del 15%: Trieste, Imperia e Milano.

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