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Il giornale del 12 luglio. Edizione digitale

Grest: estate viva in parrocchia!

Il giornale del 12 luglio. Edizione digitale

Negli ultimi anni noi giornalisti dell’Azione abbiamo intervistato praticamente quasi tutti i parroci della diocesi (manca solo la forania Zumellese). Tante volte abbiamo visto illuminarsi gli occhi degli intervistati alla parola “grest”. In una pastorale che arranca ed è avara di soddisfazioni, i grest sono una sorta di isola felice. Sono una di quelle attività che “tengono”.

Perché? Per un concorso di motivi: mobilitano adulti, specie mamme e nonni, che hanno l’opportunità di “regalare” tempo, energie e competenze alla propria comunità; appassionano i ragazzi delle superiori che hanno modo di muovere i primi passi nel mondo dei “grandi” come aiuto-animatori; attraggono i bambini delle elementari e i ragazzi delle medie (in genere più i primi che i secondi) perché offrono – dopo nove mesi di scuola – l’opportunità di un tempo di gioco e attività trascorso insieme a coetanei; rispondono all’esigenza dei genitori che lavorano di avere un ambiente educativo se- N rio (e a costi sostenibili...) a cui affidare i figli; sono motivo di “orgoglio”, specie per i piccoli e i medi paesi dove scompaiono, uno ad uno, i servizi (ufficio postale, scuola materna, scuola elementare, negozio di alimentari...) e la canonica è chiusa a seguito di “aggregazione” con altra parrocchia.

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giornalisti dell’Azione
abbiamo intervistato
praticamente quasi tutti i parroci
della diocesi (manca solo
la forania Zumellese). Tante
volte abbiamo visto illuminarsi
gli occhi degli intervistati alla
parola “grest”. In una pastorale
che arranca ed è avara di
soddisfazioni, i grest sono una
sorta di isola felice. Sono una di
quelle attività che “tengono”.
Perché? Per un concorso di motivi:
mobilitano adulti, specie
mamme e nonni, che hanno
l’opportunità di “regalare” tempo,
energie e competenze alla
propria comunità; appassionano
i ragazzi delle superiori che
hanno modo di muovere i primi
passi nel mondo dei “grandi”
come aiuto-animatori; attraggono
i bambini delle elementari
e i ragazzi delle medie
(in genere più i primi che i secondi)
perché offrono – dopo
nove mesi di scuola – l’opportunità
di un tempo di gioco e
attività trascorso insieme a coetanei;
rispondono all’esigenza
dei genitori che lavorano di avere
un ambiente educativo se-
N rio (e a costi sostenibili...) a cui
affidare i figli; sono motivo di
“orgoglio”, specie per i piccoli e
i medi paesi dove scompaiono,
uno ad uno, i servizi (ufficio postale,
scuola materna, scuola elementare,
negozio di alimentari...)
e la canonica è chiusa a
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