Il giornale del 24 aprile. Edizione digitale
Servir messa, una festa!
Chierichetti o ministranti? Il significato del termine “chierichetto” fa riferimento a “clero”, mentre il termine “ministrante” indica il “servizio” che viene svolto accanto al sacerdote. In alcune parrocchie si usa il primo termine per indicare i più piccoli e il secondo per quelli più grandi… Tra i due, formalmente, sarebbe da preferire “ministrante”. In ogni caso, senza farne un dramma o una questione teologica, sappiamo bene che la loro presenza – c’è poco da fare – rende più belle le nostre celebrazioni e dà ad esse un tocco di “famiglia”. Gesù ha detto: “Lasciate che i bambini vengano a me” e proprio per questo credo che il primo ad essere contento sia proprio Lui, quando vede attorno all’altare queste vivaci e simpatiche presenze. Forse chierichetti e ministranti non avranno la preparazione liturgica e la consapevolezza dei ministri adulti; tuttavia il loro esserci è un piacere per la comunità cristiana e un’occasione di formazione per questi piccoli… e, chissà, anche l’inizio di un percorso spirituale di spessore. E le bambine e le ragazze? Nella nostra diocesi ogni parrocchia ha una sua tradizione e ormai sono molte le comunità che accolgono tra le schiere dei chierichetti anche bambine e ragazze. A norma di diritto, la loro è una presenza assolutamente legittima e l’istruzione “Redemptionis Sacramentum”, così si esprime al n. 47: “A tale servizio dell’altare si possono ammettere fanciulle o donne a giudizio del vescovo diocesano e nel rispetto delle norme stabilite”. A nostro avviso, l’importante è che ci siano – sia gli uni che le altre – e che gli adulti continuino a prendersi cura di loro con affetto e competenza, come avviene in molte comunità.
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