Il giornale del 30 novembre. Edizione digitale
Corsi d'acqua dimenticati.
Quando le previsioni di piogge abbondanti fanno scattare l’allarme per i conseguenti rischi idraulici dalle nostre parti, subito il pensiero corre al Piave, al Livenza, al Monticano. Ciò è ovvio, se si considerano i grandi danni causati in passato dalle loro esondazioni, che prima si chiamavano alluvioni. Eppure gran parte del rischio idraulico dei corsi d’acqua più grandi del nostro territorio altro non è che il derivato, la somma dei problemi dell’intero sistema dei corsi d’acqua. Quindi, insieme all’attenzione e agli interventi per i fiumi principali, sono necessari uguale attenzione ed adeguati interventi per i corsi d’acqua minori, per quel reticolo diffuso di torrenti, rii, fossi, canali che transitano nei nostri paesi, tra una proprietà e l’altra, a bordo delle strade e in fondo ad ogni pendio. Però, nei confronti di queste condutture naturali delle acque è cresciuta l’indifferenza dei cittadini così come si sono estesi in modo preoccupante disinteresse e lassismo per la cura del marciapiede o del lampione davanti casa o della pensilina dell’autobus, nei confronti degli abbandoni di rifiuti o di altri abusi delle cose di tutti. Riguardo ai piccoli corsi d’acqua ha certamente influito l’abbandono progressivo, negli ultimi decenni, del lavoro nei campi, negli orti, nei boschi.
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