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Il giornale del 4 settembre. Edizione digitale

Il terremoto in Centro Italia. Un'altra ferita che ci interpella.

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Tutto comincia alle 3.36 di mercoledì 24 agosto, quando una prima scossa di magnitudo 6.0 colpisce il centro Italia, devastando una serie di località tra Lazio, Umbria e Marche: Amatrice e Accumoli, in provincia di Rieti, Arquata e Pescara del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno. Una seconda di magnitudo 5.4 si registra alle 4.33 con epicentro tra Norcia (Perugia) e Castelsantangelo sul Nera (Macerata). Le scosse vengono avvertite a molti chilometri di distanza, dal litorale romagnolo, fino a Roma e oltre. Secondo i sismologi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il terremoto ha liberato un’energia totale paragonabile a 20 mila bombe atomiche come quella di Hiroshima. La sola Amatrice sarebbe stata colpita da un’energia pari a 300 megatoni (300 mln di tonnellate di tritolo). A quella scossa, secondo la Rete sismica nazionale, ne sono seguite almeno altre duemila, di diversa intensità. Una conta che fa il paio con quella ancora più drammatica e tragica delle vittime e dei feriti: il bilancio, ancora provvisorio, parla di 293 morti, di questi 231 ad Amatrice, 11 ad Accumoli e 50 ad Arquata del Tronto. Ma si scava ancora alla ricerca dei dispersi.

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