Il giornale dell'8 giugno. Edizione digitale

"Al tempo non si comanda” recita il detto, indiscutibile (che tirando in ballo anche matti e padroni…). Di certo, però, le condizioni meteo degli ultimi mesi hanno influito in modo diverso dal solito sulla nostra vita e sull’ambiente. Negli ultimi mesi, già in inverno ed ora nella stagione primaverile, il tempo ha avuto un comportamento anomalo: i mesi invernali sono stati meno freddi della media; ci sono state precipitazioni abbondanti; si è registrata una instabilità persistente, al punto da far sballare spesso le previsioni meteo, rendendole così inaffidabili. Con le tante piogge, se si sono evitate esondazioni drammatiche, effetti negativi ce ne sono comunque stati, sotto forma di frane e smottamenti, oppure con l’innalzamento delle falde sotterranee fino a livelli che non si erano mai visti a memoria d’uomo, come ben sanno gli abitanti di Mareno di Piave. Ma conseguenze ci sono anche per le coltivazioni agricole, sia per le piogge frequenti che per l’inverno troppo mite. A fronte di queste alterazioni delle condizioni meteorologiche si pone un doppio interrogativo: la necessità di comportarsi di conseguenza per le varie azioni preventive; l’urgenza di capirne le cause e, se legate alle attività umane, provvedere ai necessari, radicali cambiamenti. Certamente non favorisce valutazioni obiettive la spettacolarizzazione a cui il meteo è sottoposto, con l’uso di un linguaggio sempre a tinte forti per catturare a tutti i costi l’attenzione.

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