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Invasione di cimici asiatiche

Dalla scorsa metà di ottobre.

Invasione di cimici asiatiche

In diocesi sono arrivate le cimici cinesi (erano attese, male che andasse, fra un paio d’anni) ed hanno già invaso dalla scorsa metà d’ottobre gran parte del territorio, presenti soprattutto nei giardini, nelle terrazze e negli infissi delle abitazioni. Sono insetti piuttosto fastidiosi, perché una volta in casa, se disturbati, emettono un odore ripugnante, ma non sono pericolosi per la nostra salute, giacché non portano malattie e non sono aggressivi. La cimice cinese, meglio conosciuta come cimice asiatica (Halyomorpha halys) è un insetto parassita ben più grosso della cimice verde nostrana e assai più vorace. Per nutrirsi, punge fruttiferi e ortaggi (in particolare pere, pesche, mele, ciliegie, fagiolini e soia), rovinando la superficie esterna dei frutti, creando così ingenti danni all’orto e alle coltivazioni di pieno campo. Originaria della Cina, Giappone e Corea, la cimice asiatica è accidentalmente giunta in Europa nel 2007 e dal 2012 è presente anche nel vicino Trentino. L’insetto, che dalle nostre parti fa una sola generazione all’anno (in Asia anche 4-6!) e al momento non ha predatori naturali, è favorito nella sua pullulazione da clima caldo, siccità prolungata e dalla presenza di vegetazione molto fitta (specialmente erbacce). La cimice cinese, se non è pullulante, può essere ostacolata irrorandola con una soluzione liquida d’acqua e sapone di Marsiglia (il classico sapone da bucato). Ma se invasiva e numerosissima, la si può eliminare con l’olio di neem (autorizzato in agricoltura biologica) diluito in acqua e spruzzato sulle coltivazioni da proteggere. 

La cimice cinese si distingue dalla cimice verde nostrana, oltre che per dimensioni (1,5-1,7 cm di lunghezza), grazie al suo inconfondibile colore grigio-marrone scuro, quasi marmorizzato.

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