L’AZIONE: primo piano sulla pandemia della solitudine

I numeri dicono che la pandemia da Covid-19 ha colpito duramente soprattutto gli anziani. Ma quello che le statistiche registrano sono “solo” i contagi, i ricoveri, i decessi... Non è quantificata un’altra sua diretta e grave conseguenza sulla fascia di popolazione dall’età media più alta: la solitudine, con l’interruzione delle relazioni dirette con familiari e amici, con la necessità di doversi arrangiare per tante cose.

Prima l’impossibilità di uscire di casa, di vedere anche solo i parenti e di accudire i nipotini, poi la paura di contrarre il virus, hanno costretto molte persone a passare molto, troppo tempo da sole.

Per un anziano stare da solo e non ricevere visite (se vive in una struttura) significa chiudersi in se stesso, aumentare i rischi di depressione, la possibilità di sottovalutazione di sintomi di possibili malattie e di regressione a livello mentale e fisico. Significa perdere il senso della comunità, della socialità, dello stare insieme. Significa immettersi in un tunnel senza via d’uscita.

In questa situazione brilla, però, l’attenzione del mondo del volontariato, delle parrocchie e anche di alcune istituzioni pubbliche. È bello scoprire - e lo facciamo in queste pagine - che ci sono giovani che passano del tempo al telefono a chiacchierare con persone che potrebbero essere loro nonni (ma non lo sono); che ci sono organizzazioni che mantengono vive le relazioni umane degli anziani e che si interrogano sulle loro future, nuove esigenze; che ci sono istituzioni che dedicano attenzione ai propri cittadini più fragili.

La pandemia si vince, oltre che con i vaccini, anche così.

Al tema sono dedicate le pagine 2 e 3 dell’Azione di domenica 30 maggio.

Tra gli intervistati del primo piano c'è Franco Marcuzzo, presidente dei pensionati Cisl. Qui il video integrale dell'intervista: