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L'ortofrutta trevigiana deve puntare ai mercati internazionali

Ci sono spazi per crescere nell’export e garantire made in Treviso a chi lo ambisce

L'ortofrutta trevigiana deve puntare ai mercati internazionali

“L’ortofrutta trevigiana è parte integrante del concetto di made in Italy che fa rima con qualità, origine garantita, pratiche agricole ottimaIi e soprattutto sostenibilità nei confronti di ambiente e consumatori”. Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti treviso saluta così l’edizione 2019 di Macfrut di Rimini che oggi ha parlato anche trevigiano grazie alla presenza di 150 imprenditori e dirigenti della federazione trevigiana. Buone le notizie per il comparto visti i dati diffusi: “ I consumi di frutta e verdura degli italiani sono aumentati di quasi un miliardo di chili nell’ultimo decennio facendo registrare nel 2018 il record del periodo per un quantitativo complessivo nel carrello di 8,7 miliardi di chili -  spiega Polegato - La spinta al consumo è avvenuta per effetto soprattutto delle preferenze alimentari dei giovani che fanno sempre più attenzione al benessere a tavola con smoothies, frullati e centrifugati consumati al bar o anche a casa grazie alle nuove tecnologie”.

La classifica dei consumi

Se le mele a livello nazionale sono state il frutto più consumato, al secondo posto ci sono le arance, mentre tra gli ortaggi preferiti dagli italiani salgono sul podio nell’ordine le patate, i pomodori e le insalate/indivie. In crescita la spesa per gli ortaggi freschi pronti al consumo (la cosiddetta IV gamma) che chiudono il 2018 con una crescita a valore del +5% rispetto all’anno precedente con quasi 20 milioni di famiglie acquirenti, secondo Ismea. Tra le tendenze si registra il forte aumento degli acquisti diretti dal produttore dove nel corso del 2018 hanno fatto la spesa 6 italiani su dieci almeno una volta al mese secondo l’indagine Coldiretti/Ixe.

Export da registrare

“L’Italia purtroppo non è riuscita ad agganciare la ripresa della domanda all’estero dove – conclude Antonio Maria Ciri, direttore di Coldiretti Treviso – sconta un ritardo organizzativo, infrastrutturale e diplomatico che ha provocato nel 2018 un crollo nell’ortofrutta fresca esportata dell’11% in quantità e del 7% in valore, rispetto all’anno precedente. Anche la Marca trevigiana ha ancora potenzialità da esprimere in tal senso da far valere nei mercati di tutto il mondo”.

 Convegno Veneto

Lo snodo dell'import incontrollato rimane centrale - ha sottolineato Daniele Salvagno presidente di Coldiretti Veneto -  sotto accusa anche gli accordi commerciali agevolati stipulati dall’Unione Europea come il caso delle condizioni favorevoli che sono state concesse al Marocco per pomodoro da mensa, arance, clementine, fragole, cetrioli e zucchine o all’Egitto per fragole, uva da tavola, finocchi e carciofi. Trattati  – ha continuato Salvagno  – fortemente contestati perché nei paesi di origine è spesso permesso l’uso di pesticidi pericolosi per la salute che sono vietati in Europa, ma anche perché le coltivazioni sono realizzate in condizioni di dumping sociale per il basso costo della manodopera.

Fonte: Comunicato stampa
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